Sono 21 i nuovi cardinali che sono stati nominati oggi, sabato, nel concistoro in Piazza San Pietro da Papa Francesco. Si ridisegna così la formazione del conclave chiamato a scegliere il prossimo Pontefice. E tra loro, c’è anche uno svizzero: è l’arcivescovo Emil Paul Tscherrig (76 anni), nunzio apostolico, nato a Unterems, un paesino del Vallese. Vi proponiamo l’intervista del corrispondente RSI a Roma Claudio Bustaffa.
Quando le è arrivata la notizia, qual è stata la sua reazione? Le ha scombussolato un po’ i piani…
Mi ha scombussolato completamente i piani, ma anche l’annuncio stesso mi ha scombussolato. Era la mia domenica libera. Alle 6.00 sono partito per Campo Imperatore in Abruzzo: è il mio luogo preferito, dove vado spesso se voglio respirare un po’ e camminare. Mentre tornavo, verso le 13.00, e mentre mi trovavo in autostrada ha iniziato a suonare il telefono, con insistenza. Ho detto: che è successo? È strano che insistano. Così ho chiamato a casa e mi hanno detto che non era successo niente di preoccupante, ma che il Papa aveva annunciato che sarei diventato cardinale. Ho pensato: che succede? Cosa faccio? Spero di poter essere utile anche in ciò che la Santa Sede e il santo padre mi chiederanno.
Lei arriva dalla Svizzera, ha girato il mondo: qual è l’apporto che potrà portare al collegio cardinalizio e quale aiuto a Papa Francesco?
Sono un ragazzo di montagna, vengo da un paesino di 150 abitanti. Non avrei mai sognato in vita mia di poter viaggiare e di vedere il mondo. Ho girato molto, ma non dimentico il mio passato. I miei genitori che hanno lavorato duramente. Mio papà era agricoltore e lavorava in una fabbrica di alluminio. Tutti hanno lavorato. Io sono il più grande di otto figli e ho 17 nipoti. Siamo uniti, questo mi ha dato forza, mi ha sempre legato alla mia patria, alla mia famiglia. Ho imparato dai miei genitori a lavorare e non chiedere molto, fare le cose in coscienza e buona fede. Penso che le esperienze si possano mischiare con quelle degli altri per contribuire a una Chiesa più aperta, più universale e più a livello dell’uomo contemporaneo.
Quanto conosce il pontefice? Lei era nunzio in Argentina quando Bergoglio è stato nominato Papa..
È stato Benedetto XVI che mi ha mandato in Argentina. Bergoglio ed io abbiamo collaborato per un anno a Buenos Aires, era uno dei miei punti di riferimento per tutte le questioni che riguardavano la Chiesa, ma anche su altro. Era sempre ben informato, conosceva la gente, le situazioni, non solo della sua diocesi ma anche delle altre diocesi. Ho sempre apprezzato molto il suo aiuto. Mi ha aiutato in molte occasioni, anche quando ero alle strette.
RG 12.30 del 30.9.2023 L’intervista di Claudio Bustaffa a Emil Paul Tscherrig
RSI Info 30.09.2023, 12:40
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Nuovi cardinali
Telegiornale 30.09.2023, 12:43