“Sinora in Svizzera abbiamo considerato gli studenti come un buon investimento per il futuro e non come una fonte d’entrata”. È quanto ha detto martedì il rettore del Politecnico federale di Zurigo, Günther Dissertori, nell’ambito dell’annuale conferenza stampa dell’ateneo. Un incontro in cui è stata affrontata anche la questione delle rette universitarie al rialzo, dopo che la Confederazione ha proposto misure di sgravio che dal 2027 prevedono un taglio pari a 78 milioni di franchi nel settore dei politecnici federali.
Le risorse mancanti dovranno essere compensate da un ulteriore incremento delle tasse universitarie, anche per gli studenti in possesso di un diploma di maturità elvetico. E questo dopo che il prossimo semestre autunnale scatterà un primo aumento per chi proviene dall’estero. Secondo i calcoli del Consiglio del Politecnico di Zurigo, per gli studenti dalla Svizzera la retta sarà più che raddoppiata, mentre quella per chi arriva da Stati terzi (quindi al di fuori dell’Unione Europea) saranno sette volte più care rispetto a ora.
“È comprensibile che gli studenti stranieri debbano contribuire in misura maggiore agli studi. Tuttavia tasse più che raddoppiate per gli studenti svizzeri rappresenterebbero un cambio di paradigma” ha detto Dissertori, sottolineando inoltre che tale mossa metterebbe a rischio il modello di successo del Politecnico di Zurigo, senza alcuno sgravio sostanziale per le sue finanze (attualmente le rette rappresentano meno del 2% del budget dell’ateneo).
Il successo del Politecnico di Zurigo sarebbe garantito dall’indipendenza dalle tasse universitarie di cui ha goduto finora. “Desideriamo attrarre gli studenti migliori e più motivati dalla Svizzera e dall’estero, e non soltanto coloro che possono permetterselo e che, pagando tasse elevate, si aspettano che tutto sia loro dovuto” ha sottolineato il rettore.

Politecnici federali: tariffe triplicate
Telegiornale 06.12.2024, 20:00
Con lo sguardo rivolto agli Stati Uniti: “Siamo preoccupati”
In seno al Politecnico di Zurigo c’è preoccupazione per quanto sta accadendo negli Stati Uniti, dove università e accademici sono stati in alcuni casi presi di mira dall’amministrazione del presidente Donald Trump (l’ultimo caso riguarda l’università di Harvard, che lunedì si è vista congelare 2,2 miliardi di dollari in sovvenzioni pluriennali e 60 milioni di dollari in contratti pluriennali per il fatto di non voler accogliere le richieste di modifica delle sue politiche provenienti dal Governo).
RG 12.30 del 16.03.2025: Il servizio di Manuele Ferrari su Stati Uniti e Politecnico federale di Zurigo
RSI Info 16.03.2025, 12:30
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“Siamo preoccupati per quanto sta accadendo negli Stati Uniti”, ha dichiarato Joël Mesot, presidente del Politecnico di Zurigo. Gli USA sono un “campione” nell’insegnamento e nella ricerca in molti settori. Se ci sono problemi lì, alla fine si ripercuotono su tutti.
Nelle ultime settimane e mesi, le università svizzere hanno ricevuto un numero crescente di candidature da parte di ricercatori statunitensi. Secondo Mesot, questo è il caso anche del Politecnico di Zurigo, che tuttavia non ha l’intenzione di attirare in modo specifico scienziati dagli Stati Uniti.
La Svizzera come polo dell’intelligenza artificiale
Nel frattempo anche a Zurigo prosegue la ricerca sull’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di trasformare la Svizzera in un centro leader a livello globale per lo sviluppo e l’utilizzo trasparente e affidabile di tale strumento, come ha ricordato Mesot. Si tratta di un lavoro portato avanti dallo Swiss National AI Institute (SNAI), creato nel corso del 2024 dal Politecnico di Zurigo e da quello di Losanna e a cui hanno sinora preso parte oltre 800 ricercatori. E che punta tutto sul nuovo supercomputer Alps del Centro svizzero di calcolo scientifico di Lugano.

Un super computer per la ricerca
Il Quotidiano 13.09.2024, 19:00
Il principale obiettivo dello SNAI è sviluppare un modello linguistico svizzero di intelligenza artificiale entro l’estate 2025. A differenza di molti modelli commerciali, questo sarà trasparente e pubblicamente accessibile. Su questa base, sarà possibile sviluppare modelli linguistici specifici in collaborazione con autorità e aziende. Ad esempio per la giustizia svizzera, su cui stanno lavorando i ricercatori del Politecnico di Zurigo insieme al Tribunale federale e all’Ufficio federale di giustizia.

Notiziario
Notiziario 15.04.2025, 16:00
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