In che misura, a causa dell'impennata dei prezzi dell'energia, potrebbe imporsi per molte aziende industriali la necessità di ricorrere al lavoro ridotto? Si tratta di una prospettiva che Swissmem, l'organizzazione di categoria dell'industria metalmeccanica ed elettrica, sta ormai seguendo con preoccupazione.
Per ora si registra un solo caso. Quello dell'acciaieria Stahl Gerlafingen, nel canton Soletta, che, temendo di dover ridimensionare nei prossimi mesi la sua produzione, ha già preventivamente inoltrato alle autorità una richiesta in questo senso,. Si tratta di uno stabilimento che, per la produzione del suo acciaio, deve consumare moltissima energia: in un anno, l'elettricità di 70'000 economie domestiche e il gas che di norma è consumato da 16'000 case unifamigliari.
Con la netta crescita dei costi energetici, l'impresa stima ora di dover sborsare per il solo mese di ottobre qualcosa come 45 milioni di franchi. Come a dire, più di quanto spende in un intero anno normale. "La nostra esistenza è minacciata", ha sottolineato il direttore di questo sito industriale che dà lavoro a 560 persone.
Ora, quante altre imprese potrebbero presto o tardi trovarsi costrette a seguire l'esempio della Stahl Gerlafingen? Secondo Stefan Brupbacher, direttore di Swissmem, fra le ditte affiliate alla sua organizzazione le apprensioni sono forti. E alcune di esse temono di dover ridurre o anche fermare nei prossimi mesi la produzione. "La preoccupazione è immensa", afferma, "sia perché questo avrebbe delle conseguenze enormi per le ditte e i lavoratori, sia perché non sentiamo ancora che la popolazione vede veramente il pericolo" per il Paese e l'economia.
Il lavoro ridotto rappresenta quindi la prima linea di difesa per salvare gli impieghi. Circa poi le esigenze di risparmio energetico, Swissmem sostiene che le imprese ad essa associate stanno già da tempo facendo molto per ridurre gli sprechi. Al Governo rivolge quindi l'invito a tener conto, nell'elaborazione delle norme per far fronte a penurie, delle specifiche necessità del settore industriale: "Abbiamo delle ditte che hanno assolutamente bisogno di una fornitura d'energia continuata", sottolinea Stefan Brupbacher.
La Stahl Gerlafingen va anche oltre e chiede che sia introdotta, a titolo provvisorio, una soglia massima per il prezzo dell'energia destinata all'industria. Tale istanza non è però condivisa da Swissmem, secondo cui i produttori d'energia europei potrebbero, con una misura del genere, non essere più interessati a rifornire le industrie elvetiche.