L'apertura completa del mercato dell'elettricità, proposta tre mesi fa dal Consiglio federale, vede divise le parti consultate.
PS e Verdi sono contrari a questa seconda tappa della riforma e non escludono la possibilità di indire un referendum, a dipendenza delle decisioni del Parlamento. Dal canto suo, l’Unione sindacale afferma che tale apertura potrebbe anche intaccare la strategia energetica 2050 e lo sviluppo delle rinnovabili. Dalle città, che affermano di non capire tutta questa fretta, giunge una reazione tiepida.
L’UDC, pur schierandosi a favore, esprime delle riserve in merito al ruolo del sorvegliante dei prezzi. Per il PLR questa novità permetterà, invece, di entrare a far parte del mercato europeo ad armi pari. Una valutazione fondamentalmente condivisa dal PPD. L’USAM sostiene il progetto chiedendo particolare attenzione per condizioni per le piccole e medie imprese. L’attuale situazione di semilibertà non soddisfa neppure i responsabili del settore a livello cantonale e l'associazione delle aziende elettriche, che si aggregano quindi al gruppo dei favorevoli.
ATS/se