La Confederazione vuole tornare ad espellere i richiedenti asilo afghani la cui domanda è stata respinta. Questo però solo in determinate circostanze. La Segreteria di Stato della migrazione (SEM) vuole adeguare la prassi da metà aprile a quella che ritiene la situazione attuale, si legge in una nota diffusa giovedì. Berna ritiene che le condizioni di sicurezza siano molto migliorate rispetto al momento della presa del potere talebana. Passi in avanti si sono riscontrati in particolare per quel che riguarda la situazione socioeconomica, nello specifico per uomini in età lavorativa.
La novità riguarda in particolare gli uomini soli considerati non vulnerabili. In generale l’allontanamento rimane una procedura ingiustificata. Per rientrare nella nuova pressi la persona interessata deve vivere in Svizzera senza famiglia, essere maggiorenne e in buona salute. Inoltre, deve avere una rete di relazioni stabile e vitale nel proprio Paese d’origine che consenta il reinserimento sociale e professionale.
Donne, famiglie e minorenni, quindi, continueranno ad essere accolti provvisoriamente se non ricevono asilo e se il loro dossier non è di competenza di un altro Paese sulla base dell’accordo di Dublino.
Dalla presa del potere dei talebani nel 2021 venivano espulsi verso l’Afghanistan solamente criminali colpevoli di gravi reati e persone che rappresentavano una minaccia per la sicurezza della Svizzera.
Nel 2024, l’Afghanistan è stato ancora il principale Paese di provenienza dei richiedenti l’asilo in Svizzera (8’627 domande, quasi la metà del totale, in aumento di oltre l’8% rispetto al 2023).

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Notiziario 20.03.2025, 15:00
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