Certificato Covid obbligatorio, a partire da lunedì prossimo, per l'accesso ai locali interni dei ristoranti e dei bar, alle strutture culturali e del tempo libero, nonché alle manifestazioni al chiuso. L'estensione dell'obbligo è stata annunciata oggi, mercoledì, dal Consiglio federale, per far fronte alle crescenti sollecitazioni per gli ospedali a causa della maggiore incidenza della pandemia. Permane basso il ritmo delle vaccinazioni, sottolinea il Governo, mentre la quota della popolazione non immunizzata è ancora troppo elevata per prevenire una nuova ondata di contagi. L'estensione decisa oggi è limitata al 24 gennaio del 2022. L'Esecutivo potrebbe però revocare la misura prima, se la situazione del sistema sanitario dovesse migliorare.
L'inforgrafica riassuntiva sulle ultime misure decise dal Governo
Le eccezioni all'obbligo concernono le terrazze, le mense per gli indigenti e i locali della ristorazione che hanno sede nelle aree di transito degli aeroporti. Deroghe, a tutela dei diritti fondamentali, sono quindi previste per le manifestazioni religiose, per quelle a carattere politico con un massimo di 50 persone e per i gruppi di autoaiuto.
L'inosservanza dell'obbligo, per le cui verifiche saranno responsabili i cantoni, sarà sanzionato con una multa di 100 franchi. Alle strutture e alle manifestazioni che non osservano l’obbligo potranno essere applicate sanzioni che andranno dalle multe fino alla chiusura delle attività.
Circa l'impiego nel mondo del lavoro, le aziende potranno accertare il possesso del certificato da parte dei loro dipendenti, ma solo se risulterà indispensabile in funzione di adeguate misure di protezione o di strategie di test. Per quanto invece riguarda le scuole universitarie, i cantoni o gli atenei potranno prescrivere l'obbligo del documento per i corsi di livello bachelor e master. In tal caso saranno revocati l'obbligo delle mascherine protettive e la limitazione della capienza a due terzi.
All'esame nuove norme per l'ingresso in Svizzera
Il Governo, nell'ottica delle ferie autunnali, ha anche deciso di porre in consultazione, fino al 14 settembre, due possibili varianti legate agli ingressi in Svizzera, con l'obiettivo di individuare e isolare con celerità le persone che hanno contratto il coronavirus. Entrambe prevedono la compilazione del modulo d'entrata elettronico.
La prima prevede test ripetuti: per entrare in territorio elvetico, le persone che non sono mai state contagiate o che non sono vaccinate dovrebbero presentare il risultato negativo di un test, a prescindere dallo Stato di provenienza. Inoltre, dai 4 ai 7 giorni dopo l’arrivo in Svizzera sarebbero tenute a sottoporsi ad un ulteriore test nel nostro Paese. Quanto ai costi, essi sarebbero tutti a carico dei viaggiatori. La seconda variante non prevede invece un secondo test, ma implicherebbe un obbligo di quarantena di 10 giorni. Essa potrebbe essere però ridotta dopo 7 giorni, ricorrendo ad un test e ottenendo un esito negativo.
Alle nuove disposizioni non sarebbero tuttavia sottoposti i trasporti di merci, i frontalieri, i ragazzi con meno di 16 anni e i passeggeri in transito.
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