I fallimenti aziendali per insolvenza sono in forte aumento in Svizzera: nei primi nove mesi dell’anno hanno dovuto depositare i bilanci 5’466 imprese, l’11,0% in più dello stesso periodo del 2022. In tre occasioni sono state registrate più di 700 bancarotte al mese: non era mai successo, affermano gli specialisti di Creditreform, la società di informazioni economiche che ha pubblicato i dati oggi, lunedì.
Alle chiusure per incapacità a far fronte ai pagamenti vanno poi aggiunte quelle per lacune nell’organizzazione (articolo 731b del Codice delle obbligazioni): queste sono scese sensibilmente, contraendosi del 17,7% a 2015. Il numero complessivo dei fallimenti si attesta così a 7’481 (+1,5% su base annua).
Per l’insieme dell’anno Creditreform si aspetta circa 10’000 fallimenti (precisamente 9’980), in flessione dell’1,1%, ma con un +7,4% per le insolvenze. Rispetto agli ultimi anni pre-pandemici (media 2018-2019) si osserva un incremento del 23%. I fallimenti di privati sono invece stati 6’316 fra gennaio e settembre, in progressione dell’1,9% su base annua. La stima per l’insieme del 2023 è di 8420 (+2,4%).
Analizzando in dettaglio le informazione relative alle aziende, il settore più colpito dalle chiusure è quello dell’edilizia ausiliaria, con una quota del 15,1%, cosa che secondo gli esperti di Creditreform riflette probabilmente l’incombente crisi. Commercio all’ingrosso e al dettaglio seguono a ruota con il 14,2%, vengono poi consulenza aziendale (11,6%), nonché comparto alberghiero e della ristorazione (10,5%).
Molte ditte muoiono, ma tante nascono: nei primi nove mesi le nuove iscrizioni a registro di commercio sono state 38’302, il 3,3% dello stesso periodo dell’anno scorso, gli stralci 22’713 (+7,2%). Per l’intero 2023 Creditreform scommette su rispettivamente 52’000 (+4,0%) e 30’300 (+8,0%).
Notiziario delle 11:00 del 03.10.2023
Notiziario 03.10.2023, 11:14
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