Quale sarà la terza forza delle prossime elezioni federali? La domanda si pone con sempre maggiore insistenza alla luce dei risultati del nuovo barometro elettorale realizzato da Sotomo per la SSR a due mesi dal voto del 22 ottobre.
In luglio l'Alleanza del Centro nata dalla fusione fra PPD e PBD già insidiava da vicino il PLR. Oggi, il nuovo sondaggio registra il sorpasso, con la prima al 14,8% (in crescita di un punto dal 2019) e il secondo al 14,6% (in calo di mezzo punto) nelle intenzioni di voto per il Consiglio nazionale. Un distacco ristrettissimo, comunque, inferiore al margine di errore statistico. Tanto che gli autori dello studio precisano che "non è possibile dire quale dei due partiti sia effettivamente in testa alle preferenze".
Così se si fosse votato a metà agosto
L'importanza per il secondo seggio in Governo
La sfida è quindi apertissima e il suo significato non è trascurabile, anche perché secondo la consuetudine i primi tre partiti svizzeri hanno due rappresentanti in Consiglio federale e il quarto uno solo. Oggi vi siedono l'esponente del Centro Viola Amherd e i liberali-radicali Ignazio Cassis e Karin Keller-Sutter.
I due consiglieri federali del PLR: Karin Keller-Sutter e Ignazio Cassis
Certo, non sono le percentuali nazionali ma i risultati nei singoli cantoni che si traducono in seggi in Parlamento e bisogna anche tenere conto dell'esito del voto per il Consiglio degli Stati, le cui dinamiche esulano dalla pura e semplice logica delle quote partitiche. Ma alla Camera alta il Centro è storicamente forte (il suo è il primo gruppo attualmente, con 14 poltrone su 46).
Dalla nascita dello Stato federale nel 1848, inoltre, il PLR è sempre stato davanti ai precursori del Centro e un sorpasso - se si concretizzasse - potrebbe quindi essere definito "storico".
Frenata dei Verdi liberali, cresce ancora l'UDC
La seconda novità rispetto al precedente rilevamento riguarda i Verdi liberali. Già grandi vincitori delle scorse elezioni (insieme ai Verdi), avevano proseguito la loro corsa anche dopo il 2019. Una corsa che ora si arresta: per la prima volta, risultano in calo nel confronto con quattro anni fa, dal 7,8 al 7,3% delle intenzioni di voto dopo aver toccato un picco al 9,8% nei primi due anni di legislatura. L'area più attenta all'ambiente risulta quindi a maggior ragione in perdita di velocità, visto che gli ecologisti - pur recuperando qualcosina rispetto a inizio estate - sembrano destinati a lasciare per strada quasi la metà di quanto guadagnato con "l'onda verde" del 2019. Ora si situano al 10,7%, 2,5 punti al di sotto del valore di allora.
Cosa è cambiato rispetto a quattro anni fa
I Verdi perdono soprattutto in Romandia, dove però nell'ultima tornata avevano guadagnato quasi il doppio che nella Svizzera tedesca.
Infine, il barometro dà conferme ai due maggiori partiti della politica federale. Il PS fa un po' meno bene che in luglio, ma resta in leggera crescita sul complesso del quadriennio. Battuta nel 2019, l'UDC si profila invece sempre più come la trionfatrice annunciata del 22 ottobre: raggranella infatti un altro mezzo punto e fa segnare un +2, toccando il 27,6%.
Il risultato del 2019 e l'evoluzione delle intenzioni di voto durante la legislatura
Un Parlamento che pende a destra
Il Parlamento che uscirà dalle urne fra un mese e mezzo sarà di conseguenza molto probabilmente più a destra di quello attuale e anche questa è una tendenza che trova conferma con il nuovo barometro. Come in luglio, la sinistra vede la sua forza diminuire di 2 punti rispetto al 2019, mentre il fronte opposto ne guadagna uno e mezzo. E la flessione del PVL fa pendere più a destra anche il blocco centrista.
La forza dei blocchi di sinistra, centro e destra
Il clima non è più la prima preoccupazione
Insieme all'attaccamento al partito, sono le preoccupazioni degli elettori a determinare le scelte al momento di compilare la scheda e ben si vede come la loro evoluzione vada di pari passo con le preferenze espresse. Il calo dei Verdi riflette infatti quello dei timori per il clima: due anni fa il 44% degli intervistati citava i cambiamenti climatici fra le sue prime tre preoccupazioni, due mesi fa si era ancora al 40%. Oggi si scende al 37% e per la prima volta in questa legislatura è un altro tema a rubare la scena e a figurare in testa: i premi dell'assicurazione malattia sono citati dal 39%, anche se solo il 21% li ritiene rilevanti nella scelta per chi votare. Probabilmente perché le possibili soluzioni sono collegate in modo meno chiaro a uno specifico partito.
Quali sono i temi maggiormente rilevanti per gli intervistati
La tendenza opposta si verifica per l'immigrazione: due anni fa veniva citata solo dal 20%, ora sale al terzo posto con il 33%, sopravanzando altre questioni di stretta attualità come il costo della vita, l'approvvigionamento energetico e la previdenza per la vecchiaia.
L'analisi di dettaglio fra l'elettorato delle singole formazioni bene evidenzia la correlazione di cui sopra: l'82% di chi intende votare per i Verdi giudica il clima un fattore determinante per questa scelta, mentre l'immigrazione lo è per il 67% di chi metterà la crocetta accanto al nome dell'UDC. Fra i socialisti, il cambiamento climatico è al primo posto, ma seguito da due temi legati allo Stato sociale.
Quali sono i temi più sensibili nelle diverse regioni linguistiche
A livello regionale, la differenza più evidente è invece quella che concerne i premi di cassa malati. Nella Svizzera italiana molto più che altrove vengono citati fra le principali sfide politiche. Li nomina il 58% degli intervistati, contro il 45% in quella francese e il 36% nella parte del Paese di lingua tedesca. All'opposto, nella Svizzera italiana è meno presente la sensibilità verso il cambiamento climatico.
La gestione del Credit Suisse e le proteste per il clima irritano gli elettori
Infine, il barometro indaga gli stati d'animo della popolazione, chiedendo quali eventi e problemi attuali siano percepiti come più fastidiosi. Al primo posto, come nel precedente rilevamento, vi sono la cattiva gestione e i bonus giudicati eccessivi versati dal Credit Suisse, andato poi incontro al tracollo e all'assorbimento da parte di UBS. Infastidiscono il 59% degli intervistati. Il 39% ritiene che la politica debba adottare contromisure. Al secondo posto, i blocchi stradali degli ecologisti di "Ultima Generazione", che si incollano alle strade: irritano il 53% e il 37% chiede un intervento delle autorità contro questo fenomeno. Gli abusi in materia di asilo sono al quarto rango (37%), ma in questo caso la quota di chi chiede un intervento è particolarmente elevata in proporzione (il 30%).
Eventi e problemi che irritano gli intervistati, per regione linguistica
Nella Svizzera italiana più attaccati alla neutralità
Al terzo posto ci sono invece i dibattiti di genere e la cosiddetta "wokeness", la coscienza di problemi sociali come razzismo e disuguaglianze. Sono problematiche molto più sentite nella Svizzera tedesca che in quella di lingua italiana, dove invece gli elettori sono turbati più della media dall'allentamento della neutralità legato alla guerra in Ucraina: indipendenza e neutralità sono considerati importanti dal 20% (13 e 12 nelle altre due aree linguistiche) e la loro perdita di importanza irrita il 45% degli intervistati (28 e 26% in Romandia e Svizzera tedesca).
Il dimissionario Alain Berset resta, secondo gli elettori, il ministro più influente
I consiglieri federali più influenti
Senza legame diretto con le elezioni del 22 ottobre, il barometro valuta anche l'influenza (percepita dagli elettori) dei sette membri dell'Esecutivo attuale. Il dimissionario ministro degli interni Alain Berset conserva ancora una volta il primo posto, in parte certamente grazie al ruolo svolto durante la pandemia. Il 69% lo cita nei primi due posti, a fronte del 55% di Karin Keller-Sutter mentre gli altri sono molto lontani, giù giù fino a Guy Parmelin, il cui "peso" è in calo, a Ignazio Cassis (citato dall'8%) e alla neoeletta Elisabeth Baume-Schneider. Quest'ultima, a differenza di Cassis, si piazza bene perlomeno nella classifica della simpatia guidata da Viola Amherd davanti a Berset.
Il metodo del sondaggio
Fra il 4 e il 25 agosto, tramite un panel di ricerca e i portali web della SSR, sono stati raccolti i pareri di 40'889 persone, 951 delle quali nella Svizzera italiana. Il margine di errore statistico, per eccesso o per difetto, è di 1,2 punti percentuali.