I Verdi sono i protagonisti in negativo del nuovo barometro elettorale della SSR in vista delle Elezioni federali in agenda per il 22 ottobre. Se si votasse ora, gli ecologisti raccoglierebbero il 10,2% delle preferenze, ovvero il 3% in meno rispetto allo storico risultato ottenuto nel 2019. In perdita di velocità (-0,5%) sarebbe anche il Partito Liberale Radicale (PLR), mentre capofila tra chi sorride sarebbe l’Unione Democratica di Centro (UDC), la quale guadagnando un +1,5%, si confermerebbe come il primo partito col 27,1% . Alle sue spalle il Partito Socialista (PS) in salita al 17,8% (+1%). Al terzo posto resterebbe il PLR che però, col 14,6%, si vedrebbe insidiato a brevissima distanza dall’Alleanza del Centro (14,3%, +0,5% rispetto al 2019).
Passo indietro dei Verdi, slancio dell'UDC
Il nuovo barometro elettorale realizzato dall’istituto Sotomo per conto della SSR ha analizzato le intenzioni di voto della popolazione svizzera a metà giugno, ovvero a 4 mesi dalla chiamata alle urne. Dal terzo rilevamento effettuato nell’anno che precede le Federali emerge chiaramente come i Verdi siano in perdita di consensi e sembrino destinati a non confermare quanto raggiunto nel 2019: la perdita di 3 punti percentuali li porterebbe al 10,2%, ciò che comunque equivarrebbe al secondo miglior risultato nella storia del partito. Il calo non è compensato da una crescita dei Verdi liberali che conquisterebbero solo mezzo punto percentuale, toccando così l’8,3%. Sembra così riorientarsi verso il PS, ora in crescita, una parte degli elettori di sinistra che 4 anni fa optarono per gli ecologisti.
A fronte della crescita dei socialisti, l’UDC conferma in ogni caso con ampio agio la sua prima posizione nelle preferenze dei votanti. E il suo 27,1% equivale ad un parziale recupero dei 3,8 punti percentuali persi nel 2019.
La composizione del Consiglio federale potrebbe cambiare?
Nonostante la buona tenuta dell'area borghese, si potrebbe tuttavia assistere ad uno spostamento storico negli equilibri. Stando alle attuali intenzioni di voto, il PLR (14,6%) e il Centro (14,3%) sono infatti praticamente pari. E un eventuale, inedito sorpasso da parte dei centristi aprirebbe un dibattito sulla composizione del Consiglio federale: in base all’attuale concordanza, infatti, i primi 3 partiti dispongono di due seggi ciascuno, mentre il quarto di uno soltanto.
Se la graduatoria cambiasse, si registrerebbe quindi un cambiamento mai visto nella storia elvetica. Gi esiti del Barometro, inoltre, rendono improbabile la possibilità che il PS debba rinunciare ad un seggio al Governo.
Schieramenti: Svizzera in controtendenza nel raffronto internazionale
Sotto la cupola di Palazzo federale, a contare non è però tanto il peso dei singoli schieramenti, quanto piuttosto quello dei blocchi politici. In quest'ottica il Barometro elettorale 2023 evidenzia uno spostamento un po’ più a destra del Consiglio nazionale. Non si constata però una netta virata a destra, come quella emersa alle Federali del 2015.
Gli analisti mettono in evidenza come al momento non si tratti di una polarizzazione paragonabile a quella vista in Italia, Francia e Germania, dove i sondaggi indicano invece un rafforzamento della destra più marcato.
I temi politici del momento: clima, cassa malati e immigrazione
Ma quali sono, per i partecipanti al sondaggio, i temi politici del momento? Sebbene il rilevamento dia i Verdi in calo, il cambiamento climatico è menzionato dal 40% degli aventi diritto di voto come la principale sfida che la politica svizzera deve affrontare. E in questo senso il "sì" netto alla legge sul clima del 18 giugno 2023 ha confermato l’importanza che questo tema assume agli occhi degli elettori.
Un’altra sfida giudicata quasi altrettanto rilevante concerne i premi delle casse malati, menzionati dal 38% degli interpellati. Un dato cui non è certamente estranea la prospettiva di nuovi aumenti a carico degli assicurati. Dal sondaggio emerge che il tema è anche quello che rende più critico verso il proprio partito l’elettorato di ogni schieramento: da destra a sinistra nessuna formazione politica appare in grado di proporre soluzioni convincenti agli occhi dei suoi stessi sostenitori.
Ma cosa irrita i cittadini?
Nell'intento di fare il punto anche sugli stati d'animo, oltre che su dossier concreti, per la prima volta nel Barometro è stata posta ai partecipanti la seguente domanda: "Pensando agli eventi e ai problemi attuali, cosa vi infastidisce particolarmente?". Ebbene, trascorsi tre mesi dal tracollo di Credit Suisse, il 58% dell’elettorato risulta ancora irritato soprattutto dalla "cattiva gestione e i bonus eccessivi" presso la banca finita ora nell'orbita di UBS.
Al secondo posto si collocano invece "i blocchi stradali da parte degli attivisti del movimento Ultima Generazione" (ovvero gli attivisti che si incollano le mani sull’asfalto), che irritano la metà (51%) delle persone intervistate.
Nette differenze di atteggiamento emergono tuttavia tra le regioni linguistiche. Nella Svizzera italiana si dibatte molto sul dossier dei lavoratori frontalieri ma l’immigrazione in genere, stando al sondaggio, scalda qui gli animi molto meno rispetto ad altre tematiche sociali. Gli interpellati della Svizzera italiana risultano invece molto irritati per "l’allentamento della neutralità" sullo sfondo delle conseguenze della guerra in Ucraina. I dibattiti di genere e il wokeness sono nettamente più sentiti nella Svizzera tedesca, dove si constatano malumori più diffusi.
I metodi del sondaggio
I dati sono stati raccolti online tra l’8 giugno e il 22 giugno 2023 tramite un panel di ricerca dell’istituto Sotomo e i portali web della SSR. I risultati dell’indagine si basano sui pareri espressi da oltre 25'000 aventi diritto di tutte le regioni linguistiche. Il margine di errore statistico, per eccesso o per difetto, è di 1,2 punti percentuali.