Sei dei 29 agenti ginevrini i cui dossier sono stati trasmessi dalla procura ai vertici del corpo e del Dipartimento cantonale della sicurezza, in relazione alla vicenda che riguarda i loro rapporti con il tenutario di un locale erotico del quartiere di Pâquis, sono stati sospesi e rischiano sanzioni che possono andare fino alla licenziamento. Lo ha reso noto nel pomeriggio di oggi, venerdì, il consigliere di Stato Mauro Poggia.
In tutto la comandante Monica Bonfanti nel quadro del procedimento disciplinare ha sentito 16 dei suoi sottoposti. La parola fine non è stata ancora scritta per i 10 casi più gravi.
La polizia ha comunicato intanto di aver rafforzato le sue regole deontologiche. Un nuovo codice sarà inviato all'insieme del personale. La maggioranza dei collaboratori coinvolti non era cosciente di aver tenuto un comportamento inadeguato, prima che il caso finisse sotto la lente del Ministero pubblico. Le regole andranno ricordate più spesso, quindi, non solo in sede di formazione ma anche nel corso della carriera. Altro provvedimento: l'incorporazione in settori di attività considerati molto esposti verrà limitata nel tempo.
Scoppiato due anni fa, il caso aveva fatto sospettare reati gravi come la corruzione, che l'inchiesta non permesso di accertare. Cinque agenti sono perseguiti per fatti di rilevanza minore (una multa tolta, informazioni confidenziali trasmesse forse per inavvertenza), ma sono più numerosi quelli che con il magnaccia avevano rapporti giudicati inopportuni, documentati da migliaia di messaggi scambiati in un gruppo comune su whatsapp e da fotografie che ritraevano cene e brindisi insieme o gli agenti in posa in compagnia di prostitute.
La vicenda