L'inchiesta sulla vicenda di presunta corruzione emersa due anni fa in seno alla polizia ginevrina e relativa ai rapporti fra alcune decine di agenti e il tenutario di un salone erotico non ha fatto emergere quanto ipotizzato allora, come le bustarelle o il sesso gratuito con delle prostitute in cambio di favori. Il quadro dipinto in conferenza stampa oggi, venerdì, dal procuratore generale Olivier Jornot è meno grave, anche se evidenzia comportamenti problematici. La corruzione è venuta a cadere, cinque poliziotti vengono perseguiti ma per fatti minori, come ha sottolineato lo stesso Jornot: una multa tolta e la violazione del segreto d'ufficio per aver trasmesso informazioni confidenziali, forse per disattenzione.
Ciononostante, alla comandante della polizia Monica Bonfanti sono stati trasmessi i dossier di 29 membri delle forze dell'ordine la cui deontologia viene messa in discussione. Agenti e magnaccia mangiavano regolarmente insieme, si scambiavano messaggi e sono state trovate foto di brindisi insieme e degli uomini in divisa che posano con le ragazze.
Le eventuali misure, in questo caso, sono di competenza del corpo e del Dipartimento cantonale della sicurezza da cui dipende.