Un quinto della popolazione svizzera ha un comportamento esemplare in termini di impatto ambientale. Se tutta la popolazione assumesse un simile comportamento, le emissioni di gas a effetto serra potrebbero essere ridotte del 16%. Questo uno dei risultati emersi da un vasto studio commissionato dall'Ufficio federale dell'ambiente all'EMPA (Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca, con sedi a Dübendorf, San Gallo e Thun), che ha analizzato per la prima volta tutti i flussi di materiali ed energia in Svizzera.
Per far funzionare la sua economia la Svizzera consuma 87 milioni di tonnellate di materie prime ogni anno. Questo è quanto si legge nel recente rapporto dell'EMPA, relativo ai dati del 2018, e che tratta proprio del consumo energetico e di materiali in tutta la Confederazione. "Si tratta di tutti i materiali che utilizziamo per il funzionamento dell'economia nazionale: dal cemento all'acciaio, dall'alimentare ai carburanti, all'abbigliamento", spiega la ricercatrice del Laboratorio Cecilia Matasci.
Con quasi 25 milioni di tonnellate, il consumo di carburanti è la principale fonte di emissioni di gas a effetto serra. Seguono i combustibili per il riscaldamento, il cibo, la produzione di elettricità e di acciaio, i settori del tessile e del cuoio, così come i prodotti chimici di base. L'obiettivo dello studio è chiaro, come aggiunge Cecilia Matasci: "se vogliamo cercare di ridurre l'impatto ambientale delle nostra attività dobbiamo capire da dove vengono le emissioni e analizzare lo stile di vita della popolazione. In questo senso il nostro lavoro si è occupato anche di valutare come ogni singolo individuo possa influenzare, con il suo comportamento quotidiano, le emissioni di gas serra".
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