Un'azienda svizzera su tre, a cento giorni dalla decisione della Banca nazionale di revocare il tasso minimo di cambio tra franco e euro, potrebbe delocalizzare parte delle attività produttive, se non tutte, all'estero.
E' quanto risulta da un'indagine condotta dalla società di consulenza Staufen, che ha interpellato i responsabili di 86 ditte.
Sei su dieci s'aspettano in ogni caso contraccolpi negativi, mentre i due terzi hanno reagito adattando subito i prezzi; più della metà ha anche cambiato fornitori; hanno una proporzione analoga quelle che hanno introdotto il blocco di assunzioni e investimenti.
ATS/dg