Gli argomenti caldi durante questa pandemia si sono susseguiti nel tempo. Ora ci sono cinque parole che sembrano essere molto in voga: test rapidi fai da te. Venerdì il Governo federale ha infatti annunciato che intende usarli per accompagnare le fasi di riapertura. Ogni cittadino ne riceverà cinque ogni mese e potrà fare il test per vedere se è positivo al coronavirus direttamente da casa. Berna non ha ancora fatto sapere quali modelli saranno usati e quando si inizierà, ma intanto il loro uso comincia a diffondersi all'estero. In Germania, ad esempio, sono autorizzati da alcuni giorni e oggi, sabato, sono andati a ruba nei negozi.
Molti ne parlano, dunque, ma forse non tutti sanno come funzionano. In alcuni casi basta mettere il liquido fornito nella provetta e inserire il tampone prima nella narice (senza andare in profondità) e poi nella provetta. Infine si deve versare il liquido in cui è contenuto il tampone sull'apparecchietto che testerà l'eventuale positività. Il risultato lo si ottiene dopo 15 minuti. I modelli sono tuttavia molti e diversi, ognuno con le sue caratteristiche. Ma ciò che li accomuna è la possibilità di farli senza l'aiuto di personale sanitario qualificato. In altre parole, non dovrebbe essere troppo complicato.
Il limite di questi nuovi strumenti è però il prelievo stesso, che se eseguito in malo modo può portare a falsi negativi, come spiega Didier Trono, direttore del laboratorio di virologia dell'EPFL: "Il limite è che il prelievo si fa nella parte davanti del naso, dove si ha meno virus. Quindi ci saranno più falsi negativi. E poi l'altro limite è come verrà fatto il test: c'è chi lo farà meglio, chi peggio".
Secondo lo stesso esperto, malgrado la possibile minore affidabilità, saranno comunque utili. Trono vede però soprattutto di buon grado la decisione del Consiglio federale di rendere i test gratuiti: "Credo che la Confederazione ha fatto bene. Prima era difficile capire chi aveva diritto a quale test. Certo fare i test fai da te pone dei problemi, di affidabilità ma non solo. Quindi renderli gratuiti e fare più test anche in strutture sanitarie come le farmacie può essere una strategia positiva".