È stato un giovedì destinato a essere ricordato come la giornata di una "scossa monetaria" con un impatto considerevole: soppressa la soglia minima di conversione di 1,20 franchi contro un euro; abolita - con forte sorpresa - una linea di difesa a cui la Banca nazionale svizzera (BNS) si atteneva, tenacemente, fin dal settembre del 2011, con l'obiettivo di contrastare un apprezzamento troppo elevato della nostra moneta.
Riflettori puntati sul presidente della BNS, Thomas Jordan
Il presidente della BNS
Thomas Jordan - che solo 10 giorni fa aveva definito il cambio minimo "irrinunciabile" - ne ha oggi
commentato davanti ai media l'abbandono, parlando di una misura che "non aveva più senso" in un contesto economico molto meno turbolento di quello che si registrava 4 anni orsono.
"È uno tsunami per l'economia svizzera", tuona Nick Hayek
Una valutazione che tuttavia numerosi degli ambienti economici non condividono. Fatta eccezione per l'Unione svizzera arti e mestieri (USAM), che ha espresso comprensione per la scelta della BNS, c'è un coro di
critiche, stupori e inquietudini che ha riunito grandi banche, sindacati, organizzazioni padronali e aziende di punta. Durissimo, in particolare, il giudizio del direttore generale di Swatch
Nick Hayek, secondo cui la decisione costituisce "uno tsunami" per l'insieme della Svizzera.
L'indice SMI della borsa di Zurigo è finito in calo dell'8,67%
Sono stati quindi i mercati finanziari, a rendere benissimo lo sconcerto di operatori e investitori. Lo Swiss Market Index (SMI) è arrivato in giornata a perdere fino al 14%, per poi chiudere fra forti turbolenze con una flessione più contenuta ma pur sempre da
"profondo rosso": - 8,67%. Quanto al franco, privato ora del sostegno della BNS, il suo valore rispetto all'euro è ben presto precipitato su livelli di sostanziale parità.
Colta di sorpresa, la direttrice del FMI, Christine Lagarde
Una mossa, con cui la BNS ha decisamente spiazzato persino i massimi organismi internazionali. Lo stupore è stato reso eloquentemente dalle dichiarazioni di
Christine Lagarde, la quale si è detta "sorpresa" dalla decisione, come pure dal fatto di non essere stata contattata da Thomas Jordan. "Non so se la cosa sia stata comunicata ai colleghi di altre banche centrali", ha affermato la direttrice del Fondo monetario internazionale (FMI).
Schneider-Ammann incalzato dai giornalisti a fine giornata
Si è in ogni caso chiusa un'epoca e il Consiglio federale non ha potuto che prenderne atto, manifestando la sua
fiducia all'istituto d'emissione ma riconoscendo al tempo stesso che la decisione della BNS si tradurrà in una sfida supplementare per le imprese svizzere. Un punto ribadito a Berna dal ministro dell'economia Johann Schneider-Ammann, chiamato a confrontarsi con le numerose domande dei giornalisti.
Numerosi parlamentari federali hanno commentato la scelta della BNS
Sul piano politico, la sinistra, attraverso i commenti di vari parlamentari federali di PS e Verdi, ha deplorato la fine del cambio minimo evocando in particolare i rischi gravanti su migliaia di posti di lavoro. A condividere la decisione della BNS, sono stati invece rappresentanti del PBD, dei Verdi liberali e soprattutto dell'UDC, che ha in particolare sottolineato l'insostenibilità di un mantenimento a tempo indeterminato della soglia di conversione introdotta nel 2011. Il PPD ha espresso dubbi, ma ha anche riconosciuto la validità delle scelte intraprese finora dalla BNS. Dai ranghi del PLR svizzero è quindi arrivata la richiesta di un rafforzamento, attraverso riforme, della piazza economica svizzera.
Red.MM/ARi
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