Gli attori culturali indipendenti si sentono "ingiustamente esclusi dalla società quando vengono prese decisioni a livello federale o cantonale per combattere la pandemia". Un manifesto in tal senso è partito per Berna, sostenuto da importanti festival, personalità politiche e persino dallo specialista in malattie infettive Didier Pittet.
Circa 450 attori culturali hanno firmato l'appello destinato al Parlamento e al Consiglio federale chiedendo che il lavoratori autonomi del settore culturale vengano difesi con lo stesso ardore di quello impiegato per altri settori dell'economia, scrive il collettivo. Sette i rappresentanti principali del movimento, tra cui Jean -Philippe Jutzi, ex consigliere diplomatico a Parigi e in Cina, la violoncellista Estelle Revaz e l'artista Célina Ramsauer.
Il manifesto ricorda che le persone che lavorano nella cultura in senso lato rappresentano il 6,3% dei lavoratori in Svizzera. Nel 2018 il valore aggiunto dell'economia culturale è stato di 15,2 miliardi di franchi. Gli attori culturali indipendenti rappresentano il 28% delle persone che lavorano in questo campo. Impossibilitati a lavorare, sono quelli su cui la crisi pesa di più.
Covid, le nuove misure
Telegiornale 18.12.2020, 21:00