Il Tribunale penale della Gruyère non ha accolto, mercoledì, la richiesta di annullamento presentata la vigilia dall’avvocato del 73enne svizzero accusato di aver abusato di oltre 80 bambini e adolescenti in Thailandia.
Il difensore aveva invocato il principio “ne bis in idem”, secondo cui non si può essere processati due volte per lo stesso delitto, respinto dalla presidente della corte che ha dato ragione alla procuratrice. Il pedofilo, recidivo, alla sbarra da martedì, sarà quindi giudicato per tratta di esseri umani, promovimento della prostituzione, atti sessuali con fanciulli e pornografia.
Interrogato nel corso del dibattimento, l’imputato ha ammesso unicamente di aver scattato alcune fotografie e ha puntato il dito contro le autorità svizzere e thailandesi e addirittura contro le sue presunte vittime, asserendo che quelli da lui documentati erano semplici giochi infantili. La sentenza è prevista per venerdì.
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