Un pedofilo svizzero, già noto per abusi su minori e condannato nel 1980 e nel 1991, è a processo da martedì davanti al Tribunale penale della Gruyère. Fuggito in Thailandia, era stato acciuffato e ricondotto in patria per scontare la pena.
Pagato il suo debito con la giustizia elvetica, era ripartito per il Sud-Est nel 1996. Laggiù e fino al 2013 avrebbe sviluppato un sistema per approfittare di bambini e adolescenti, un’ottantina, costringendoli ad atti sessuali e immortalando il tutto con foto e video; materiale poi reso disponibile per un giro europeo.
Ora la difesa insiste sul principio “ne bis in idem”, secondo cui non si può essere giudicati per lo stesso delitto, poiché l’imputato era già stato assolto nel paese asiatico quattro anni fa. Stando però all’accusa, i giudici thailandesi non avevano tuttavia avuto accesso a tutti gli atti probatori.
Temendo un’ulteriore inchiesta da parte della giustizia francese, l’uomo si era nel frattempo trasferito nel canton Friburgo, attirando l’attenzione della polizia per la riscossione abusiva di prestazioni complementari dell’AVS.
ATS/YR