Il settore turistico sta pagando un tributo elevato alla crisi causata dal coronavirus. L’estate ha portato una schiarita grazie agli ospiti indigeni (tranne che nelle città, dipendenti dalla domanda estera), ma la stagione invernale si preannuncia nuovamente molto difficile con una flessione delle prenotazioni del 30%. Questo anche se gli svizzeri passeranno le vacanze in patria, stima il centro di ricerche congiunturali del Politecnico di Zurigo, perché non basteranno a compensare l'assenza degli stranieri, tenuti lontani dall'obbligo di quarantena.
Secondo gli esperti del KOF, il settore nel suo insieme perderà in un anno oltre 10 miliardi di franchi di fatturato (di cui 1,6 a carico del ramo alberghiero, con 13,3 milioni di pernottamenti in meno).
Il 2021 sarà un pochino migliore, con minori entrate per 6,2 miliardi. La presenza di turisti stranieri dovrebbe risalire a quasi l’80% del livello precrisi e al 90% nel 2022. Soltanto nel 2023 si dovrebbe tornare ai livelli precedenti la pandemia.
Turismo, prospettive difficili
Telegiornale 27.10.2020, 21:00