Svizzera

"Il vuoto delle città impone una riflessione"

L'architetto ticinese Mario Botta: "Serve una pausa di ripensamento sui nostri obiettivi, che sono molto fragili"

  • 18 aprile 2020, 23:42
  • 22 novembre, 19:31
03:09

Architettura futura

Telegiornale 18.04.2020, 22:00

Di: L. Buccella/M. Ang. 

"La città resta ancora, con tutti i difetti che ha, la forma di aggregazione umana più bella, più intelligente che l'umanità abbia mai costruito", ma la pandemia impone a tutti noi un ripensamento. Parole dell'architetto ticinese Mario Botta ai microfoni del TG RSI.

"La città è un modo per vincere il sentimento terribile della solitudine - sottolinea Botta - ... la città resta ancora, con tutti i difetti che ha, la forma di aggregazione umana più bella, più intelligente che l'umanità abbia mai costruito. Ci sono questi interstizi della città che sono la vera ricchezza degli spazi pubblici, sono gli spazi collettivi, sono gli spazi non direttamente funzionali. Noi possiamo andare in città anche a far niente... così... ci ha molto impressionato Piazza San Pietro vuota, perché è una piazza carica, ricchissima di un lavoro fatto attraverso le fatiche dei secoli. Oggi è praticata, e vista, attraverso la presenza di quest'uomo in bianco (il Papa), solo, in una dimensione quasi metafisica... un vuoto che ci interroga sul gran correre quotidiano e ci indica, forse, la necessità di una riflessione, di una pausa di ripensamento sui nostri obiettivi, che sono molto fragili e molto deboli".

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