Molti medici di famiglia diagnosticano stati di invalidità troppo gravi per i pazienti che chiedono l’AI. Le valutazione degli esperti dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali risultano infatti essere spesso più severe. È quanto emerge da uno studio dell’ospedale universitario di Basilea.
Le differenze di pareri più evidenti si registrano quando il problema è difficile da dimostrare, come nel caso di spossatezza o sfinimento: in questi casi – secondo la ricerca – i medici tendono a schierarsi dalla parte del paziente "per non creare eventuali conflitti e non rovinare il rapporto di fiducia", afferma Simon Lauper, fra gli autori dello studio, ai microfoni del Radiogiornale. Tuttavia queste situazioni rappresentano soltanto un caso su dieci: la maggior parte delle volte la diagnosi del medico corrisponde a quella degli specialisti per l’assicurazione invalidità.
La buona fede di entrambe le parti non è comunque messa in discussione; secondo gli autori occorre armonizzare maggiormente i criteri di valutazione, per ora ancora non chiari.
Radiogiornale/GTa