La Posta non ha reagito bene al voto del Consiglio nazionale che oggi, martedì, ha approvato una mozione che antepone un chiarimento sul mandato dell’ex regia prima di procedere a modifiche sulle prestazioni. Per ora il Gigante giallo mantiene i suoi piani e va avanti per la sua strada, anche perché sulla mozione dovrà pronunciarsi anche il Consiglio degli Stati.
“Accogliamo positivamente questo dibattito politico - dichiara alla RSI Jonathan Fisch, capo comunicazione della Posta – anche noi auspichiamo una revisione della legge sulle poste. Tuttavia diciamo no a questa mozione perché chiede di fermarci, e ciò ci costa tempo, tempo importante che ci serve per sviluppare i nostri servizi. Il volume di lettere e le transazioni allo sportello calano e noi dobbiamo avere la possibilità di far evolvere la Posta”.
Domenica al Sonntagsblick il CEO del gigante giallo Roberto Cirillo ha detto che la Posta sarebbe andata avanti coi suoi piani in ogni caso, anche se dal Parlamento fossero arrivati degli altolà. Una posizione che Fish ribadisce: “Abbiamo piani importanti per la prossima tappa della nostra strategia. Vogliamo investire 100 milioni nella nostra rete di filiali; 170 filiali saranno poi trasformate. Questi piani saranno per ora portati avanti”.
Per ora l’altolà è arrivato solo dal Consiglio nazionale e non da entrambe le Camere. In ogni caso i piani – secondo il quotidiano La Regione - prevedono la chiusura di 20 filiali in Ticino. “Stiamo parlando coi Comuni e coi Cantoni toccati - precisa Fish - informeremo sullo Stato di questi colloqui nel corso dell’autunno”.
Le preoccupazioni degli anziani in Ticino
Il tema in ogni caso in Ticino fa discutere e preoccupa in particolare gli anziani. “Se si toglie un ufficio postale si toglie un luogo di aggregazione. – dichiara Giorgio Comi, membro del consiglio direttivo dell’Associazione ticinese terza età – . Occorre pensare per tempo come sostituirlo questo luogo di aggregazione, che comprenda anche i servizi postali magari anche se limitati ma li comprenda. Ma soprattutto non deve mancare questa volontà di assicurare che la comunità continui a vivere. Questo per contrastare quel grande problema che poi la società si trova a pagare, anche in termini di soldi, che è la solitudine, l’abbandono”.
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