Tempo di importanti cambiamenti per l'UDC svizzera. Dopo l'ingresso in Governo di Guy Parmelin, il partito uscito vincitore dalle Federali di ottobre si appresta ad un profondo riassetto dei propri vertici. Toni Brunner lascia dopo 8 anni la testa del partito. Dalla direzione nazionale esce anche Christoph Blocher. E i delegati democentristi, a fine aprile, saranno quindi chiamati a designare alla presidenza il bernese Albert Rösti.
Dopo la riconquista del secondo seggio in Consiglio federale, l'UDC è ora attesa al varco dagli altri partiti di Governo sul terreno della concordanza e della collegialità. Ma in che misura il rinnovamento ai vertici potrà magari sancire qualcosa di più, per la politica dell'UDC, al di là degli avvicendamenti nella direzione?
Marco Chiesa all'apertura della nuova legislatura a Berna a fine novembre. Alle elezioni si è imposto inaspettatamente su Pierre Rusconi nella corsa al Consiglio nazionale
Parlando con
Marco Chiesa - che è stato appena candidato dalla sezione ticinese per una delle vicepresidenze del partito - l'impressione è che ne scaturirà un'UDC rinnovata, ma non per questo più "morbida" nei suoi orientamenti di base. "
È una sintesi che condivido", ci conferma. Inoltre - sottolinea - sia Brunner che Blocher, benchè usciti dalla direzione nazionale, non smetteranno certo per questo di contribuire attivamente alla politica del partito.
Christoph Blocher e Toni Brunner lasciano la direzione dell'UDC svizzera, ma non certo la loro influenza sulle scelte del partito
Che dire allora delle critiche di quegli avversari che ravvisano, in questo rinnovo dei vertici, nient'altro che un'operazione di restyling? Senza incidenza alcuna, insomma, sul futuro della politica democentrista? "
I critici vorrebbero che noi abbandonassimo la nostra linea politica. Ci qualificano come quelli che fanno solo del 'maquillage', semplicemente perché sperano che non ci siano più forza e coraggio per portare avanti le nostre idee - commenta il consigliere nazionale ticinese-.
Sperano che i nostri leader vengano lasciati in panchina e che al loro posto siano messi degli uomini di paglia... Ma non sarà così", precisa, affermando che gli orientamenti rimarranno gli stessi, ma con
"persone nuove che porteranno nuova linfa" alla dirigenza dell'UDC svizzera.
Albert Rösti si appresta a diventare, con ogni probabilità, il nuovo presidente dell'UDC svizzera
Albert Rösti ad esempio, classe 1967, è certamente organico alle posizioni più profilate del partito. Marco Chiesa ricorda poi l'importante ruolo svolto, dal parlamentare bernese, proprio in funzione dell'exploit democentrista alle recenti elezioni. Ne sottolinea quindi la propensione al dialogo, ma anche la piena coerenza rispetto alla linea del partito.
"Rösti è un politico aperto alla discussione, ma ha anche idee molto chiare"
RSI Info 20.01.2016, 16:46
L'UDC punta intanto ad estendere il proprio bacino di consensi nelle regioni periferiche. Proprio in questo contesto - e più precisamente in Ticino e a Ginevra - i democentristi si trovano però in posizione minoritaria rispetto alla Lega e rispettivamente all'MCG. Come procederà allora l'UDC? Marco Chiesa sottolinea l'aspetto della collaborazione con questi movimenti e ricorda, in questo senso, la candidatura al Governo di Norman Gobbi, con i colori dell'UDC.
"Collaborare con la Lega sui temi che ci sono cari"
RSI Info 20.01.2016, 16:46
Chiesa confida quindi in un riscontro favorevole per la sua candidatura ad una delle vicepresidenze dell'UDC svizzera. Intanto, sul piano strettamente politico, un dato resta per lui certo: sono infondate le aspettative di chi pensa ad un'UDC più malleabile, in nome della concordanza, su dossier cruciali come l'immigrazione di massa e il confronto con l'UE. "Mai nessun partito ha avuto così tanta fiducia e non possiamo tradirla. I cittadini ci guardano. Abbiamo un mandato popolare e dobbiamo rispettarlo fino in fondo", conclude il parlamentare federale.
Alex Ricordi