Una nuova situazione delicata si è creata nelle relazioni diplomatiche tra Svizzera e Cina. Il motivo: la censura cinese ha cancellato un messaggio ufficiale dell'ambasciata elvetica a Pechino. Nel messaggio si denunciava la scomparsa di un attivista per i diritti umani. Aspetto forse ancora più sorprendente il fatto che l'ambasciata abbia reso pubblica la censura.
Raggiunto dalla RSI, l’ambasciatore svizzero in Cina Bernardino Regazzoni non ricorda episodi simili su pubblicazioni ufficiali di altri paesi, ma sottolinea che "a dipendenza dei contenuti, certi messaggi non hanno lunga vita sui social media (cinesi, ndr). Non importa a chi è intitolato il canale".
L’avvocato per i diritti umani scomparso
Il messaggio in questione è stato pubblicato su Weibo, l'alternativa cinese a Twitter, il 10 febbraio. L'Ambasciata svizzera denunciava la scomparsa dell'avvocato cinese Tang Jitian, introvabile da due mesi, da quando era stato invitato da una delegazione di europei in occasione della Giornata mondiale dei diritti dell'uomo. Da tempo difende vittime di discriminazioni e persecuzioni.
Le scomparse di attivisti non sono una novità in Cina. È invece meno abituale quanto ha fatto l'ambasciata svizzera ieri: su Twitter ha denunciato - citiamo - la "rude censura" subita dalla Cina
"Nel momento in cui ci siamo resi conto che il contenuto era sparito da uno dei nostri social media cinesi", sottolinea Regazzoni, "abbiamo ricordato la comunicazione che avevamo fatto. E ciò è stato notato da vari media, compresa la RSI."
Il nuovo approccio svizzero con la Cina
Ma dietro all'episodio c'è di più: da inizio anno il Consiglio federale ha adottato una nuova strategia sulla Cina, nella quale il rispetto dei diritti fondamentali trova più spazio rispetto a prima, nel delicato equilibrio tra principi e interessi economici.
L'ambasciatore conferma: "La Svizzera ha fra le sue priorità di politica estera la promozione dei diritti dell'uomo nel mondo intero. Quindi anche in Cina. Da un lato ci sono interessi, dall'altro valori".
Una nuova strategia che aveva causato screzi sin da subito. L'ambasciatore cinese a Berna aveva respinto con veemenza nel corso di una conferenza stampa di un'ora le accuse del Consiglio federale sul rispetto dei diritti umani. Sull'ultimo episodio - al momento - non ci sono prese di posizioni ufficiali.