L'aggressione russa verso l'Ucraina sta cambiando repentinamente gli scenari internazionali con la Svizzera che ha aperto riflessioni anche sulla Cina da punto di vista politico, delle sanzioni e degli investimenti.
Ne ha parlato in un'intervista alla RSI Ralph Weber, professore all'università di Basilea e studioso di questioni cinesi, il quale ha confermato che la reputazione del governo comunista di Xi Jinping è in calo, per via della gestione della pandemia, ma appunto anche perché dopo l'inizio dello scontro Mosca-Kiev si guarda con più scetticismo ai governi autoritari.
"Credo proprio che l'aggressione russa in Ucraina - spiega Weber - abbia riacceso lo scontro tra ideologie, tra autocrazie e democrazie. Ovviamente si semplifica molto la realtà in questo discorso. Ma è pur vero che il governo cinese è basato su un sistema marxista-leninista, mentre noi viviamo in democrazie liberali che dicono di rappresentare altri valori". Complesso per lo studioso è il tema delle possibili conseguenze per la Svizzera, che nei confronti della Russia ha adottato le sanzioni occidentali, mentre da tempo sta valutando se adottarne alcune europee contro la Cina. "Dopo aver presentato la nuova strategia sulla Cina, spiega, il Consiglio federale ha ri-ammorbidito la sua posizione argomentando con la neutralità, proprio come ha fatto in un primissimo momento con la Russia. Poi con Mosca ha cambiato approccio, mentre sulla Cina da un anno e mezzo sta valutando se adottare le sanzioni che l'Unione europea ha deciso per via delle discriminazioni nei confronti degli uiguri. Ora, sarà interessante capire se le riflessioni sulla Russia verranno applicate anche alla Cina".
Ma aldilà della questione politica, sta cambiando qualcosa nell'approccio degli imprenditori svizzeri, che investono attualmente in Cina?
"Dai miei contatti - conclude il docente di Basilea - vedo un panorama molto differenziato. Molti continuano ad investire perché Pechino apre il suo mercato solo a chi produce sul posto. Ho però parlato anche con manager molto scettici sul futuro. Poi ci sono le piccole e medie imprese che si sono lanciate sul mercato cinese dopo l'approvazione dell'accordo di libero scambio, e che ora sono di fronte a un difficile dilemma".
L'intervista integrale nel servizio in cima all'articolo.