Il futuro della democrazia attraverso il coinvolgimento dei giovani, compresi quelli della Quinta Svizzera. È questo uno dei temi forti del 98esimo Congresso degli Svizzeri all'estero, tenutosi a Lugano, dopo la lunga pausa dovuta alla pandemia.
Nel suo discorso, il presidente della Confederazione Ignazio Cassis ha sottolineato come il dialogo e la capacità di trovare compromessi praticabili siano la linfa vitale della democrazia svizzera, punti di forza su cui lavorare, giorno dopo giorno.
SEIDISERA 18.00 del 20.08.2022 Il servizio di Christian Gilardoni
RSI Info 20.08.2022, 20:57
Contenuto audio
In questo ambito, Cassis ha voluto porre l'accento sul ruolo fondamentale degli svizzeri all’estero: "Vedono il nostro Paese dal di fuori, il che spesso porta alla luce nuovi e interessanti spunti di riflessione. Inoltre, nel Paese ospitante assimilano punti di vista che possono far progredire i dibattiti nel nostro. Anche la Svizzera può trarre insegnamento dagli altri".
Nel suo intervento al termine dell'assemblea plenaria, Ariane Rustichelli, direttrice dell'Organizzazione degli svizzeri all'estero (OSE), ha fatto riferimento in particolare all'età di voto a 16 anni e alle opportunità e ai rischi che questo comporta, invitando a fidarsi dei giovani e a lasciare che si organizzino da soli, si legge in una nota diffusa dall'organizzazione in serata.
Giovani che sono tornati anche nel discorso conclusivo del presidente dell'OSE, Filippo Lombardi, il quale ha espresso un ringraziamento particolare nei loro confronti. "Affinché la nostra democrazia, unica nel suo genere, possa continuare a evolvere, abbiamo bisogno del contributo e dell'impegno attivo dei giovani della Quinta Svizzera", ha sostenuto.
Al congresso hanno partecipato anche diversi parlamentari dei vari schieramenti discutendo della tutela dei diritti politici degli svizzeri all'estero. Pur coprendo un ampio spettro, i rappresentanti politici hanno mostrato una grande unità su questo tema, si legge nel comunicato.
Nel percorso verso l'e-democracy, è indispensabile concentrarsi su "soluzioni basate sulla fiducia", è stato sostenuto. Oltre alla fiducia, la consigliera nazionale Elisabeth Schneider-Schneiter (Centro/BL) ha chiesto una maggiore volontà politica: "Troppe questioni vengono discusse invece di essere risolte; alla fine sono gli svizzeri all'estero a soffrire".