Svizzera

La "fattoria degli orrori" in aula

Si è aperto il processo a un allevatore turgoviese accusato di maltrattamento di animali - L'accusa chiede una condanna a sei anni e mezzo di detenzione

  • 01.03.2023, 17:22
  • 20.11.2024, 11:50
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Processo per la fattoria degli orrori

Telegiornale 01.03.2023, 12:30

Di: ATS/Pa.St. 

Cavalli, pecore, cani, polli, maiali e bovini trascurati, in parte maltrattati e a cui venivano negate cure veterinarie adeguate. Si è aperto oggi, mercoledì, il processo nei confronti del titolare della "fattoria degli orrori" di Hefenhofen, in Turgovia. Si tratta di un 54enne, accusato di maltrattamento di animali e di numerosi altri reati per fatti avvenuti tra settembre 2013 e giugno 2019.

La pubblica accusa chiede una condanna a sei anni e mezzo di detenzione, più una pena pecuniaria e una multa. La sentenza è attesa per il prossimo 21 marzo.

Accusati anche macellai e aiutanti

Gli inquirenti hanno inoltre fatto luce su un commercio illegale di maialini con problemi di salute. Porcellini che venivano affidati da due macellai all'allevatore, eludendo i controlli veterinari, per poi essere ingrassati, abbattuti e riconsegnati alle macellerie, che vendevano la carne. I due macellai sono a loro volta accusati di maltrattamenti di animali e ripetute violazioni alla legge sulle epizoozie e quella sulle derrate alimentari. In aula sono comparse anche due donne accusate di avere aiutato l'allevatore a nascondere animali per i quali le autorità avevano ordinato la confisca.

Il caso

Il caso era scoppiato il 3 agosto 2017, dopo che il Blick aveva pubblicato le foto di animali lasciati morire di fame o maltrattati, scattate da una ex dipendente dell'allevatori. Circa 250 animali, tra cavalli, maiali, bovini, pecore, capre e lama, erano stati allontanati dall'azienda agricola. Novanta cavalli erano poi stati venduti all'asta.

Il 15 agosto successivo il Governo turgoviese aveva affidato a una commissione d'inchiesta esterna il compito di far luce sulla questione. Erano così emersi errori di valutazione da parte delle autorità a vari livelli, che avevano impedito un intervento più tempestivo.

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