L'italiano è la lingua principale per l'8,4% degli svizzeri e ben il 33% di essi ritiene di averne una competenza parziale a vari livelli. A rafforzare la posizione di questo idioma nel paese contribuisce la migrazione, principalmente quella dall'Italia. Sono alcune delle conclusioni a cui giunge il rapporto "La posizione dell'italiano in Svizzera: uno sguardo sul periodo 2012–2020 attraverso alcuni indicatori", stando al quale il 53% degli italofoni vive al di fuori della Svizzera italiana formata dal Ticino e dalle quattro valli grigionesi.
RG 12.30 del 08.11.21: le considerazioni di Matteo Casoni al microfono di Anna Riva
RSI Info 08.11.2021, 12:53
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La ricerca, realizzata per conto del Forum per l'italiano in Svizzera e presentata lunedì a Berna, costituisce un punto di partenza: gli indicatori utilizzati possono essere spunto per possibili sviluppi dell'indagine e sono un invito a mantenere viva l'attenzione sulla situazione della terza lingua nazionale e un incentivo per nuove iniziative di promozione del plurilinguismo federale. La strada da fare, tanto a livello nazionale quanto regionale è ancora lunga, come riconosciuto anche dal consigliere di Stato Manuele Bertoli, dal consigliere nazionale Marco Romano (entrambi membri del comitato del Forum) e dal presidente della Pro Grigioni Italiano Franco Milani.
Formalmente un'ottima tutela
La corposa ricerca elaborata da un consorzio di studiosi (Osservatorio linguistico della Svizzera italiana, Dipartimento formazione e apprendimento della SUPSI e Alta scuola pedagogica dei Grigioni), rileva che dal punto di vista formale (legislativo) l'italiano è una delle lingue nazionali minoritarie meglio tutelate al mondo. Da un punto di vista funzionale (quindi per quanto riguarda l'uso effettivo come lingua ufficiale) emerge invece una situazione sfaccettata. Vi è una grande differenza fra il parlato e lo scritto: se l'italiano risulta a tutti gli effetti lingua ufficiale a livello di comunicati stampa, di testi di legge e di testi delle offerte di lavoro, molto più limitata è invece la valenza comunicativa a livello orale.
Tre lingue ufficialmente uguali
Buona rappresentanza nell'Amministrazione federale
Dall'indagine emerge una buona rappresentanza della comunità italofona fra gli impiegati nell'amministrazione federale, nei quadri degli enti parastatali e nel processo di reclutamento. Malgrado ciò vi sono molti casi in cui, soprattutto nei livelli salariali più elevati, il personale non ha alcuna competenza, neppure passiva. Sono in atto interventi di politica linguistica per promuovere la lingua di Dante.
Meno cattedre di prima fascia nelle università
Dato che il sistema educativo svizzero è caratterizzato da una forte autonomia cantonale, la situazione riguardo all'insegnamento dell'italiano è piuttosto frammentata. In generale comunque nelle scuole dell'obbligo - con l'eccezione dei Cantoni Grigioni e Uri - esso è offerto solo a partire dalla scuola media come materia facoltativa o opzionale.
A livello delle cattedre di italianistica in Svizzera la ricerca ha evidenziato l'aumento del numero di posti di seconda fascia a discapito di quelli di prima fascia.
Il ruolo di Internet, radio e TV
Il rapporto ha anche valutato le pratiche della popolazione incentrate sulla fruizione e la produzione di contenuti culturali: da ciò è emerso che la lettura e l'uso dei media radiotelevisivi e di internet sono attività diffuse e importanti per il mantenimento di competenze dell'italiano fuori del territorio, soprattutto per le persone che hanno l'italiano come lingua principale. Lo sono meno per chi lo ha come lingua secondaria.
Riguardo alla produzione cinematografica, l'indagine constata che in ogni regione linguistica domina la fruizione di film la cui lingua originale corrisponde alla lingua locale; fuori del territorio tradizionale i film in italiano sono visti da un numero ridotto di spettatori.
Lingua italiana in Svizzera, ancora molto da fare
Telegiornale 08.11.2021, 13:30