Svizzera

La marmellata Hero scappa all’estero

Dopo il Toblerone e le caramelle Sugus, un altro simbolo della produzione alimentare svizzera verrà delocalizzato, in questo caso in Spagna – 40 i posti di lavoro persi

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Hero produrrà le sue marmellate all'estero

Telegiornale 21.08.2024, 12:30

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Di: TG/RSI Info

Un nuovo simbolo della produzione alimentare svizzera va all’estero: dopo i casi del Toblerone o delle caramelle Sugus, tocca ora alla marmellata Hero, che non sarà più prodotta nella Confederazione, bensì in Spagna.

Generazioni di svizzeri hanno spalmato questa marmellata durante le proprie colazioni: il marchio Hero è stato fondato più di un secolo fa a Lenzburg, nel canton Argovia. I suoi abitanti ora dovranno rinunciare al profumo di marmellata e, con la delocalizzazione, l’azienda sopprimerà 40 posti di lavoro.

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Barattoli di confettura Hero in un negozio di Zurigo nel 1946

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“Quando bisogna rifornire alberghi, ristoranti, ospedali, il prezzo è il fattore più importante – afferma il direttore di Hero Svizzera Frederic Haas –. Bisogna anche sapere che la metà del volume che produciamo in Svizzera è destinato ai mercati europei, come la Spagna e l’Italia. E con un franco svizzero sempre più forte, questi prodotti diventano ancora più cari”.

Una concorrenza internazionale che ha conseguenze per l’industria elvetica: Hero è solo l’ultimo bastione svizzero dell’alimentare che delocalizza. Oltre al già citato Toblerone, fabbricato ora in Slovacchia, anche Lindt e tanti altri marchi iconici svizzeri sono prodotti ormai interamente, o in parte, all’estero.

Ma oggi l’industria alimentare svizzera può ancora rivaleggiare con l’estero? “Il livello svizzero è molto alto, così come i costi sono molto alti, lo sappiamo tutti. E in rapporto all’Unione europea, il nostro partner principale, siamo svantaggiati. Ma il nostro patrimonio culinario ha ancora un futuro roseo” afferma da parte sua Karolla Krell Zbinden, della Federazione industrie alimentari svizzere.

“Per mantenere tutto questo in Svizzera avremmo però bisogno di sostegno politico e dei consumatori e delle consumatrici, affinché paghino il prezzo giusto per questi prodotti” conclude Krell Zbinden.

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