La pandemia e le teorie complottistiche ad essa legate sono state un terreno fertile per la crescita dell'antisemitismo in Svizzera nel 2021. La Federazione svizzera delle comunità israelite e la Fondazione contro il razzismo e l'antisemitismo hanno recensito nella Svizzera tedesca e italiana 806 casi in rete, con un aumento del 66%.
In crescita i casi di antisemitismo
Telegiornale 22.02.2022, 13:30
Il 61% era concentrato su Telegram, in particolare negli ambienti degli oppositori alle misure sanitarie contro il Covid-19, dove si sono citate fantomatiche cospirazioni ebraiche: "Probabilmente le tensioni hanno portato alla luce un antisemitismo che c'era già prima", afferma il vicepresidente della FSCI Ralph Friedländer, che stigmatizza anche la banalizzazione della Shoah, con motti come "il vaccino rende liberi" a fare il verso ad "Arbeit macht frei", la scritta all'ingresso dei campi di concentramento. Il paragone fra misure antipandemiche e quanto accaduto nella prima metà del secolo scorso "non sta in piedi", afferma Friedländer.
Nel mondo reale, invece, gli episodi sono stati 53, contro i 47 dell'anno prima. Si tratta principalmente di dichiarazioni (49%), insulti (30%) e graffiti (13%), come quelli apparsi in febbraio sulla porta della sinagoga di Bienne. Non ci sono stati invece atti violenti.
La situazione in Romandia è oggetto di un rapporto separato della CICAD (Coordination intercommunitaire contro l'antisémitisme e la diffamation), che giunge a conclusioni simili. Ha contato 165 episodi (+18), di cui 5 gravi (+2, si tratta di insulti e ingiurie essenzialmente) e 7 seri (+4, categoria in cui rientrano aggressioni, profanazioni, incendi e danneggiamenti).
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