I cantoni, le città e i comuni svizzeri si aspettano un calo significativo delle entrate fiscali per il 2020 e il 2021. È il risultato di uno studio condotto in marzo e aprile dalla società di revisione e consulenza PwC Svizzera in collaborazione con l’Unione delle città svizzere.
Secondo lo studio, la pandemia avrà un impatto notevole sul bilancio finanziario del 2021. Le perdite di entrate fiscali delle imprese (-23% per i cantoni, -16,6% per le città) sono più pronunciate di quelle dei privati (-1,1% per i cantoni, -1,6% per le città). Per gli autori, questo è probabilmente dovuto al fatto che le aziende sono più esposte ai rischi finanziari di Covid-19 rispetto ai privati. Questi ultimi, per esempio, ricevono un’indennità per il lavoro a tempo ridotto o, in caso di licenziamento, hanno diritto all’assicurazione contro la disoccupazione o all’assistenza sociale.
Dal 2022 le entrate fiscali dovrebbero nuovamente aumentare e la situazione dovrebbe ritornare alla normalità. La maggioranza dei partecipanti allo studio non ritiene che gli aumenti delle tasse siano un mezzo appropriato per contrastare le perdite fiscali causate dalla pandemia.
Il debito dovrebbe registrare una forte crescita per gli anni dal 2019 al 2023 (cantoni con +36%, città con +72%). Nei cantoni l’incremento sarà brusco mentre nelle città e nei comuni più costante. Nei cantoni però il debito diminuirà più rapidamente. “Questo indica che i cantoni considerano che il loro ruolo sia quello di fornire aiuti di emergenza o in caso di difficoltà una tantum”, ha detto Roland Schegg, co-autore dello studio e direttore di PwC Svizzera. Le città e i comuni dovranno invece affrontare gli effetti di Covid-19 sul lungo termine e questo graverà sui loro bilanci per diversi anni.