Sono 625 le segnalazioni di casi sospetti di maltrattamento nel 2023 e 442 di questi casi sono stati poi confermati dal gruppo per la tutela dell’infanzia del Kinderspital. È ancora troppo presto per fare un bilancio, ma probabilmente anche quest’anno si registrerà un nuovo record, dice il dottor Georg Staubli, direttore del gruppo di protezione dell’infanzia dell’ospedale di Zurigo, intervistato dalla RSI.
Quello dei bambini maltrattati è un fenomeno triste e poco discusso nella società. La SSR e la Catena della Solidarietà hanno deciso di affrontare il tema questa settimana con una raccolta fondi ma anche semplicemente informando, perché anche in Svizzera molti minori subiscono violenze e abusi e, dalla pandemia, le statistiche mostrano casi in aumento.
“È certo che la pandemia ha aggiunto pressione sulle famiglie e poi sono arrivate inflazione e guerre e si è accentuata la crisi climatica. Aumentano dunque le preoccupazioni e anche i piccoli ne soffrono”, spiega Staubli. “I maltrattamenti avvengono per lo più fra le mura di casa e non mi stanco di ripetere che i bimbi stanno bene se anche i genitori sono contenti e non sono stressati”. C’è però un altro fattore che spiega l’aumento dei casi. “È da anni che i dati sono in crescita, anche perché si parla molto più spesso del fenomeno. La società è maggiormente sensibilizzata”.
Società che oggi, sottolinea Staubli, accetta davvero meno la punizione fisica e così questo genere di casi effettivamente diminuisce. Aumentano, per contro, le segnalazioni di bambini trascurati e vittime di violenze psicologiche. E il dottore ci fa un esempio: “Una mamma si è recentemente presentata al nostro pronto soccorso con il figlio che si era ferito un piede giocando a calcio. Mentre ci stavamo occupando di lui, la madre ha iniziato a insultarlo, dicendo che gli aveva rovinato le vacanze e che sarebbe stata contenta se lui non fosse mai nato. Questo è un tipico caso di violenza psicologica. Abbiamo cercato di risolvere il problema al piede e poi ho detto alla mamma “venga fra due giorni, devo parlarle”. Quando è tornata si era tranquillizzata. Abbiamo discusso dell’accaduto. Era cosciente di essersi comportata in modo inaccettabile. Le ho detto che aveva bisogno di sostegno. Ci sono genitori che rifiutano di comunicare con noi e allora dobbiamo prendere altre misure, ad esempio segnalare il caso all’Autorità di protezione dei minori. La maggior parte dei genitori però, solitamente capisce di essere stressata e anche che è necessaria una spinta esterna per migliorare la situazione per il bambino e anche per se”.
Georg Staubli invita i genitori a chiedere aiuto per tempo perché, ricorda, spesso come genitore si arriva al limite. È normale, non si nasce genitori. Quando si è in difficoltà bisogna chiedere sostegno e occorre agire, perché ogni tipo di violenza fisica, sessuale e psichica può avere delle ripercussioni gravi. I maltrattamenti dei bambini sono una piaga. Ci vuole ancora più prevenzione, dice il dottor Staubli, che sancisca finalmente il diritto dei bambini a crescere in un contesto non violento. In Parlamento se ne discuterà l’anno prossimo.