Una domanda sempre più debole in Asia ha portato le esportazioni di orologi svizzeri ad un continuo calo. In sostanza, sono 14 mesi che le vendite all'estero sono in discesa, indica una ricerca dello studio Deloitte presentata martedì a Ginevra. Dai 10,2 miliardi di franchi del primo semestre 2015 le stesse sono passate ai 9,5 miliardi dello stesso periodo 2016. Si tratta del livello più basso dal 2011.
Hong Kong, principale destinazione per il settore orologiero elvetico, segnala un calo notevole: nel secondo trimestre di quest'anno le esportazioni si sono limitate a 592 milioni di franchi, contro 1,3 miliardi nell'ultimo trimestre 2011. Si tratta di un crollo del 54%. A luglio gli Stati Uniti hanno detronizzato la città asiatica quale primo mercato estero per gli orologi svizzeri.
Le prospettive che riguardano il mercato interno non sono migliori: il 21% degli addetti ai lavori si aspetta un aumento delle vendite ai turisti, nel 2015 era il 49%. Solo il 24% si dice ottimista sugli affari nei riguardi della clientela in Europa (58% lo scorso anno). Secondo Deloitte, questo pessimismo è conseguenza degli attacchi terroristici ma anche di tasse doganali cinesi più alte.
ATS/Swing