La riforma della previdenza professionale divide il Consiglio nazionale che ha iniziato il dibattito subito dopo aver terminato un altro capitolo della discussione sull'Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS) accettando che l'innalzamento a 65 anni dell'età del pensionamento per le donne sarà accompagnata da un periodo transitorio di 9 anni. La maggioranza di centro-destra si oppone al compromesso raggiunto da sindacati e parte del padronato per adattare il secondo pilastro all'invecchiamento della popolazione senza abbassare le pensioni. Per i partiti borghesi le compensazioni previste sono troppo care e andrebbero anche a chi non ne ha bisogno, per la sinistra l'introduzione di un finanziamento in parte solidale è l'unica via per fare in modo che la riforma possa venir accettata dai cittadini.
Il Consiglio nazionale martedì ha accettato di entrare in materia sulla riforma detta LPP21 ed ora esaminerà i singoli aspetti della proposta governativa. La riduzione dell'aliquota di conversione minima dal 6,8% al 6% (la percentuale del capitale di vecchiaia versata annualmente) senza riduzione delle rendite, appare incontestata. Il nodo del contendere è rappresentato dal modello di finanziamento (maggiori prelievi a carico di lavoratori e datori), dall'idea di concedere un supplemento forfettario a chi andrà in pensione nei prossimi anni e dalle conseguenze per alcune categorie di lavoratori.
La riforma delle pensioni è tra i principali oggetti dell'agenda politica svizzera da decenni, ma tutte le modifiche varate negli ultimi 25 anni per assicurare stabilità finanziaria al sistema sono regolarmente naufragate o direttamente in Parlamento o in votazione popolare. Una chiamata alle urne è molto probabile anche questa volta. I Verdi hanno già annunciato che lanceranno il referendum contro l'aumento a 65 anni dell'età del pensionamento per le donne nell'ambito della riforma AVS che giovedì sarà nuovamente esaminata dal Consiglio degli Stati.
Il futuro delle rendite
Modem 07.12.2021, 08:30
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AVS a che punto siamo
Il punto più discusso della riforma AVS 21 è l'aumento a 65 anni dell'età pensionabile per le donne, un incremento già adottato dalle Camere nelle scorse sedute. In merito alle misure di compensazione, il Nazionale ha deciso di impiegare, per le prime nove classi d'età, il 32% dei mezzi risparmiati da versare come supplenti di rendita.
Per le prime tre classi d'età, il supplememto sarà progressivamente aumentato come l'età di pensionamento. Le successive due classi d'età riceveranno il supplemento pieno. Per le ultime quattro classi sarà di nuovo ridotto allo scopo di evitare un effetto di soglia alla fine della generazione di transizione.
Il supplemento sarà modulato a seconda del reddito e aumentato per i redditi medio-bassi. Quello pieno ammonta a 140 franchi al mese per le donne con un reddito fino a 57'360 franchi, a 90 franchi fino a un reddito di 71'700 franchi e a 40 franchi con un reddito superiore a 71'700 franchi.
Le donne della generazione transitoria che percepiscono redditi medi o bassi potranno poi beneficiare di condizioni più favorevoli rispetto alla versione degli Stati per il pensionamento anticipato. Il pensionamento anticipato di coloro che percepiscono un alto reddito non sarà invece reso attrattivo.