Svizzera

L'inflazione nel mirino della BNS

La lotta all'aumento dei prezzi si colloca al centro della nuova stretta monetaria annunciata giovedì - Le considerazioni di Thomas Jordan e di un'analista

  • 15 dicembre 2022, 18:26
  • 20 novembre, 18:01
06:23

Aumentano gli interessi della BNS e quelli sui conti risparmio

SEIDISERA 15.12.2022, 19:10

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Di: SEIDISERA/Gianluca Olgiati/Johnny Canonica/ARi 

Il rialzo di mezzo punto del tasso-guida della Banca nazionale, annunciato oggi, giovedì, si spiega essenzialmente nei termini della lotta contro l'aumento dei prezzi. E questo, nonostante la tensione al rincaro sia leggermente calata negli ultimi mesi. Attualmente il tasso d'inflazione in Svizzera si attesta infatti sul 3%: ben al di sotto dei livelli registrati in Europa o negli Stati Uniti. Per Thomas Jordan si impone comunque la prudenza, "perché la pressione inflazionistica potrebbe tornare a salire e richiedere un nuovo inasprimento della politica monetaria". Il rialzo ufficializzato oggi, in buona sostanza, potrebbe non essere l'ultimo.

Le decisioni sul tasso-guida sono, del resto, la leva principale di cui dispongono le banche centrali. L'altra è rappresentata dalle vendite di valuta estera, con cui si può gestire la forza del franco e proteggersi dalla cosiddetta inflazione "importata". Ma così facendo non si rischia una recessione? Secondo il presidente della BNS, no. "La BNS prevede per l'anno prossimo una crescita del PIL dello 0,5%, dopo il 2% di quest'anno": si tratta certamente di un rallentamento, osserva Jordan, ma dovuto soprattutto alla congiuntura sfavorevole che dall'Europa e dagli Stati Uniti si sta ripercuotendo anche sulla Svizzera.

Intanto, fra tante insidie e incertezze, sembra emergere anche un elemento positivo. Dopo la decisione della BNS, infatti, alcune banche hanno reso noto di voler tornare a innalzare gli interessi versati sui conti di risparmio della clientela. Per Jordan si tratta di "una scelta che compete alle singole banche" che si trovano in concorrenza fra di loro. Tuttavia, dopo anni di tassi negativi con interessi sui depositi rimasti a zero, è possibile che occorra ancora aspettare prima che tutte le banche alzino i tassi per i clienti. Ma la stessa clientela, e questo sarà un effetto certamente sgradito, dovrà probabilmente mettere in conto anche un innalzamento dei tassi ipotecari.

L'analisi: "Uno shock per l'economia"

Prima la Federal Reserve, poi la BNS e quindi anche la BCE. Come valutano gli analisti la dinamica dei rialzi dei tassi ufficializzati nelle ultime ore? Secondo Gianluigi Mandruzzato, economista di EFG Bank, la dimensione degli aumenti era esattamente quella attesa. Sorprende però, specie nel caso della BCE e in misura minore anche per la BNS, "il tono più aggressivo che ha accompagnato questa decisione di politica monetaria". Ciò fa pensare che le due banche centrali rimarranno il prossimo anno "ancora piuttosto attive nella direzione di rendere la politica monetaria meno espansiva".

E l'obiettivo, come detto, sarà quello di rallentare l'inflazione. "I tassi d'interesse", sottolinea l'esperto, "danno sicuramente uno shock all'economia tale da facilitare il rientro dell'inflazione". Senza poi contare che vari fattori come i "prezzi dell'energia e in generale delle materie prime si stanno normalizzando". Ciò quindi favorirà un rientro dell'inflazione, a prescindere dalle decisioni di politica monetaria.

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