Tra le 2'000 e le 3'000 persone hanno manifestato sabato a Berna per la pace in Ucraina. Hanno risposto all'appello del gruppo "Mass-Voll", attivo durante la pandemia contro la politica del Consiglio federale sul Coronavirus. Davanti a Palazzo federale sono state sventolate bandiere svizzere e bandiere della pace nei colori dell'arcobaleno. Erano presenti anche molte bandiere Mass-Voll e campane del gruppo Freiheitstrychler.
Diversi oratori, tra cui Nicolas Rimoldi, presidente di Mass-Voll, hanno criticato il ruolo della Svizzera nella guerra in Ucraina. “Il Consiglio federale dovrebbe ricordare la neutralità”, hanno dichiarato. Ciò che serve è "una Svizzera che abbia la forza di mediare e fermare le uccisioni", è stato aggiunto. Inoltre, “le sanzioni contro la Russia devono essere fermate”. I partecipanti alla protesta hanno quindi chiesto di "impedire le esportazioni svizzere di materiale bellico, revocare le sanzioni e cessare il fuoco".
Anche il classico movimento pacifista è stato criticato: "È difficile capire perché i loro rappresentanti non si siano presentati", si è detto. "Forse pensano che la pace si possa fare con le armi".
Oltre a diverse persone note per la loro opposizione alla politica anti-Covid del Consiglio federale durante la pandemia, all'evento era presente anche il consigliere nazionale Andreas Glarner (UDC/AG). Anche David Trachsel, presidente del Giovani UDC svizzeri, si è presentato, così come Michelle Cailler, ex portavoce degli Amici della Costituzione. Daniel Stricker, che ha un contenzioso con la magistratura turgoviese, ha preso la parola e ha prodotto un live stream su YouTube. Era presente anche il rapper austriaco Kilez More.
La polizia cantonale bernese è stata presente durante il corso della manifestazione. Secondo gli organizzatori, sono inoltre state mobilitate circa 30 guardie di sicurezza professionali, alcune delle quali si sono unite alla folla in abiti civili per potere riconoscere i disturbatori ed intervenire prontamente.
Il presidente di Mass-Voll ha parlato davanti alla folla riunitasi a Palazzo federale, a Berna
Un sostegno inaspettato
Il sostegno di questi gruppi alla pace sorprende, perché fino a pochi mesi fa questi stessi gruppi scendevano in piazza per protestare contro le misure anti-Covid. Perché dunque sfilano ora per la pace? Marco Covi, che da anni segue e studia le cerchie che diffondono teorie cospirazioniste, sostiene che: "A dominare in questi ambienti è la convinzione che non ci si può fidare dei media e della politica del mainstream, perché mentono e fanno di tutto per manipolare l'opinione pubblica. Anche la guerra in Ucraina si inserisce bene nel pensiero complottista. Si continua a ripetere che i media e anche i nostri governanti sono parte del problema perché non raccontano tutta la verità ed anche la NATO e l'Ucraina hanno le loro responsabilità e che la Russia non è poi così cattiva".
Nicolas Rimoldi, presidente di Mass-Voll ed altri oratori hanno ribadito più volte, nel corso della manifestazione, di essere "del tutto neutrali" e di non voler lanciare messaggi pro-Putin. Ma il sociologo Covi è molto scettico a riguardo. “È bello dire ‘noi siamo per la pace’, ‘vogliamo delle trattative’. Però non ci si chiede quel che significa per l'Ucraina, che non potrebbe più difendersi e dovrebbe accettare il diktat del Cremlino. Gli ambienti che chiedono la pace sembrano ignorare che l'Ucraina è stata aggredita, e che quella della Russia è una guerra illegale. Si continua invece a ripetere che in fondo entrambe le parti sono responsabili del conflitto, ma non è sicuramente così”, commenta Covi.
Mass-Voll vuole riacquistare visibilità dopo la pandemia
A spingere i Corona-scettici a scendere nuovamente in piazza è anche il timore di perdere visibilità: "È un movimento che si è fatto conoscere per la sua opposizione alle misure anti-Covid. La pandemia è finita e di questo tema non si parla quasi più. Dunque, hanno trovato un altro argomento per protestare e continuare così ad attirare l'attenzione dell'opinione pubblica. In questo modo, è più facile raccogliere fondi per mantenere in vita l'organizzazione", spiega Covi.
L'organizzazione Mass-Voll ha annunciato che in aprile intende lanciare un'iniziativa popolare a difesa della sovranità elvetica. "Gli ambienti dei Corona-scettici si sono dotati di strutture, di canali di comunicazione e informazione alternativi. Si è quindi consolidata una sorta di società parallela. Ritengo positivo che adesso vogliano impegnarsi maggiormente in politica. È importante che partecipino al dibattito democratico, per capire chi avanza gli argomenti migliori", ha sottolineato Covi.
La democrazia, ricorda l'esperto, vive grazie al fatto che una società è in grado di discutere e battersi per i propri valori in maniera civile. Se parte della popolazione si rifiuta di partecipare al dibattito, allora la situazione può diventare problematica.