Svizzera

Marciare a sostegno del clima

La Marche Bleue sta attraversando la Svizzera romanda per chiedere il rispetto dell’accordo di Parigi: il racconto di una tappa nel reportage della nostra inviata

  • 13 aprile 2023, 19:27
  • 20 novembre, 11:32
Incolonnati per una tappa tutta in salita

Incolonnati per una tappa tutta in salita

  • RSI/Lucia Mottini
Di: Lucia Mottini 

Direzione Berna. La Marche bleue, partita da Ginevra a inizio mese, consegnerà il 22 aprile alle autorità federali una petizione che chiede di rispettare l'accordo sul clima di Parigi, firmato dalla Svizzera: un accordo che chiede di dimezzare le emissioni di CO2 entro il 2030 e di azzerarle per il 2050 mentre – la notizia è di questi giorni – nel 2021 la Svizzera ha addirittura registrato un leggero aumento dei gas a effetto serra. A lanciare l’idea della marcia sono quattro donne impegnate a alto livello in diversi settori. Il loro seguito è maggioritariamente, ma non esclusivamente, femminile. Abbiamo seguito la tappa tra Pully et Puidoux, nel canton Vaud.

05:54

Cambiamento climatico: la Marche Bleue a Neuchâtel

SEIDISERA 13.04.2023, 18:30

  • Keystone

"La marcia è molto svizzera"

La voce nel megafono si fa strada tra la pioggia: si parte! Circa 400 persone si mettono in moto per una tappa tutta in salita. Una marcia popolare ideata e guidata da quattro intellettuali in mantella e scarponi. Julia Steinberger è entusiasta di tanta partecipazione malgrado la meteo. È docente di economia ecologia all’Università di Losanna ed è autrice di uno dei rapporti di riferimento sull'impatto dei cambiamenti climatici dell’IPCC. È anche un’attivista che a volte partecipa a azioni di disobbedienza civile. Ed è anche una delle iniziatrici di questa marcia. Appunto: perché aver scelto questo tipo di manifestazione?

Partecipano maggioritariamente donne

Partecipano maggioritariamente donne

  • RSI/Lucia Mottini

"La marcia è qualcosa di umano; camminando si discute, ci si fa compagnia. La marcia fa bene" - elenca Julia Steinberger. E non dimentica i riferimenti storici : "Gandhi ha fatto la marcia del sale, Martin Luther King ne ha compiute diverse. E noi abbiamo pensato che la marcia è anche molto "svizzera" - tutti sono ben equipaggiati e sanno fare un picnic!" Camminare insieme permette anche di uscire dalla solitudine e dal senso di impotenza. “Qui sentiamo di non essere soli e che insieme possiamo farcela".

La legale dei militanti ecologisti

Mentre Julia, accompagnata dal figlioletto, procede trascinando un pesante carrello, riconosciamo tra i partecipanti un’altra promotrice della marcia: Irène Wettstein, è stata l'avvocata dei militanti che avevano simulato una partita di tennis all’interno di una filiale di Credit Suisse: in prima istanza aveva ottenuto la loro assoluzione, poi tramutata in una condanna confermata dal Tribunale federale. Per lei il messaggio è chiaro: "Occorre mettere la priorità sul rispetto dell’accordo di Parigi."

Un albero umano attende a Corsy per un abbraccio

Un albero umano attende a Corsy per un abbraccio

  • RSI/Lucia Mottini

Intanto la colonna raggiunge il paesino collinare di Corsy dove è accolta da un "albero umano" che abbraccia chi gli capita a tiro con i suoi rami frondosi: rappresenta il tiglio secolare del villaggio, attualmente minacciato dalla scure: Perché lungo il percorso si intrecciano le piccole battaglie locali in difesa dell’ambiente.

"Non è la marcia delle pensionate"

Gli abitanti hanno organizzato le vettovaglie, soprattutto per coloro che marciano già da giorni e non hanno sempre l’occasione di procurarsi un picnic. La pausa pranzo è il momento buono per intercettare la politologa Bastienne Joerchel, direttrice del Centro sociale protestante del canton Vaud, la terza del comitato: è un po’ piccata per aver letto su un giornale che a marciare sono soprattutto donne di una certa età:

"È la marcia di donne impegnate: leggo spesso che sono delle pensionate - niente affatto! Molte rivestono posizioni di rilievo e chiedono che, come loro, anche le aziende, i comuni, i cantoni, la confederazione assumano le loro responsabilità."

Per Bastienne Joerchel, la marcia permette un approccio più coinvolgente della popolazione:

"Le nostre istituzioni democratiche sono molto efficienti, ma – sostiene - non sono sufficientemente aperte: ci sono troppe lobby nei parlamenti. Oggi occorre far partecipare maggiormente al dibattito le singole persone che, quando le si consulta, hanno delle proposte! La Marcia Blu è anche questo: camminando si discute e si cercano insieme delle soluzioni."

L'infettivologa che si è fatta conoscere durante la pandemia

Non fa caldo, ma il cielo si è schiarito e in lontananza, dietro una stalla, ora si staglia un arcobaleno. Scorgo un po' in disparte l'infettivologa Valérie D'Acremont, una delle personalità più consultate durante la pandemia. È la quarta del gruppo. Per lei, è fondamentale che gli scienziati escano dalla torre d'avorio dell'Università e entrino in contatto con la società:

"Da sempre gli scienziati confrontati ai risultati dei loro studi, hanno voluto dare l’allarme sulla realtà dei fatti. E così, chi constata che c'è il riscaldamento climatico e che c’è un pericolo per la salute, non può tacere: deve dirlo!".

"La Svizzera può essere leader"

Le tappe fino a Berna sono numerose: la maggior parte dei partecipanti non le compie tutte: ad esempio Silvia, ci spiega che lavorando ha potuto finora compierne solo due, ma intende continuare durante le vacanze perché: "È bellissimo!". E anche la sua amica è entusiasta. Non è proprio una sconosciuta: Martine Rebetez, docente all’Università di Neuchâtel, è una nota climatologa svizzera. Le chiediamo se per una scienziata un evento come questo aiuta a ricaricare le batterie. Risponde di sì, che è l’occasione di bellissimi incontri. Qual è il suo messaggio personale?

"Occorre spingere la Svizzera a rispettare gli impegni e a ridurre i gas a effetto serra. Per un Paese come la Svizzera – sottolinea – è una grossa opportunità". Perché a suo parere, La Svizzera ha le capacità e un sistema educativo e di ricerca, che le permettono ancora di recuperare il ritardo e di diventare leader. A condizione di metterci i mezzi necessari. "È un'evoluzione inevitabile: e allora meglio essere i primi che gli ultimi!"

Ma allo stato attuale è ancora possibile fare qualcosa contro i cambiamenti climatici? Martine Rebetez non ci gira molto intorno: "È molto, molto tardi. Il cambiamento climatico è in corso. Ma siamo ancora in tempo per evitare il peggio".

La marcia raggiungerà Berna il 22 aprile e consegnerà alle autorità federali la petizione che le invita a rispettare gli impegni climatici assunti con l'accordo di Parigi.

01:47

Marcia per il clima

Telegiornale 01.04.2023, 12:30

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