La concentrazione dei media in Svizzera, sviluppatasi in maniera costante in tutto il territorio nazionale da una ventina d’anni, ha subito negli ultimi mesi una brusca accelerazione. La notizia dell’ormai prossima chiusura dell’edizione cartacea del Matin, che in un passato non lontano dominava la scena in Romandia, è solo l’ultima di una serie di chiusure che ha colpito duro anche in Ticino, come testimonia il fallimento dello storico Giornale del Popolo, ufficializzato solo due giorni fa. La fine del “Matin”, fondato 115 anni fa e che sul suo sito parla di “trasformazione” in un media “al 100% digitale”, è stata sancita dalle perdite massicce (6,3 milioni di franchi nel solo 2017 e 34 milioni negli ultimi dieci anni); per Tamedia, proprietaria del “quotidiano arancione” dal 2009, sono diventate insostenibili.
Le Matin, ultimo risveglio
Nouvo 07.06.2018, 19:16
Ringier, Tamedia...e gli altri
Le testate diminuiscono e chi ci perde - oltre ai dipendenti - sono i lettori, che devono subire una riduzione del ventaglio di proposte informative. Nella Svizzera interna si è assistito a un vero duello tra due strutture dominanti. Da un lato c’è Tamedia, che negli anni ha evidenziato una vera “bulimia” nell’acquisire testate (sane o in crisi, senza distinzione). Dall’altro Ringier, che ha sfruttato il volano costituito dal “Blick”, leader assoluto in Svizzera interna tra i giornali a pagamento per rafforzare la sua attività.
Tamedia, per quantità di testate, è un vero e proprio colosso multimediale: giornali, riviste, tv e radio. Fondato nel 1893 per produrre soprattutto il quotidiano zurighese “Tages-Anzeiger”, cento anni dopo è stato trasformato in una holding con oltre 3'300 dipendenti (2016) e ramificazioni anche in Danimarca, Lussemburgo e Germania. Pubblica un gran numero di testate: oltre al Tages-Anzeiger, ci sono “20 Minuten” e “20 minutes”, i romandi “24 Heures”, “La Tribune de Genève” e, fino a luglio inoltrato, “Le Matin”, i bernesi “Der Bund” e “Berner Zeitung”, oltre al settimanale della domenica “Sonntagszeitung”. Ha pure partecipazioni in “20 Minuti” e nello “Zürcher Oberländer”. Ad aprile Tamedia ha rilevato da Christoph Blocher la Basler Zeitung, cedendogli partecipazioni in varie testate gratuite, come il "Tagblatt der Stadt Zürich". Il sindacato dei media Syndicom ha reso noto che In termini di tiratura Tamedia controlla il 40% circa di tutti i quotidiani della Svizzera tedesca e il 69% di quelli in Romandia.
Il ventaglio dei giornali svizzeri continua a impoverirsi, dopo la fine annunciata del Matin
Se Tamedia è leader per numero di quotidiani e periodici, dal profilo economico è però superata da Ringier, la cui cifra d’affari nel 2016 è stata di 1049,2 milioni di franchi, rispetto al miliardo e 1004,8 milioni di Tamedia SA. Ringier del resto ha nel portafoglio il “Blick”, il suo domenicale “Sonntagsblick” e il serale gratuito “Blick am Abend”. Ringier è inoltre l’editore del quotidiano romando “Le Temps” e di due settimanali, “L’Illustré” e la “Schweizer Illustrierte”.
Più marginale, per quanto sempre rilevante, è invece il peso del Gruppo NZZ, che con i suoi 442,7 milioni di franchi di cifra d’affari occupa stabilmente il terzo posto tra gli editori elvetici, offrendo ai lettori la “Neue Zürcher Zeitung”, affermato quotidiano zurighese, a cui affianca il “Sankt Galler Tagblatt” (che ha sette edizioni regionali nell’est del paese) e la Luzerner Zeitung (con cinque edizioni nella Svizzera centrale). Fatta eccezione per la NZZ, il ruolo delle pubblicazioni del gruppo è perciò più regionale, “ruolo” che distingue pure altri due gruppi editoriali privati elvetici.
AZ Medien (235,7 milioni di franchi di cifra d’affari nel 2016 e quarto gruppo svizzero) propone quotidiani regionali e locali legati a doppio filo con la “Aargauer Zeitung”, come la “Solothurner Zeitung”, il “Badener Tagblatt” o la “Basellandschaftliche Zeitung”, oltre a diverse radio private locali.
Grigionese è invece Somedia, che ha nella “Südostschweiz la sua testata di riferimento e a cui si affiancano numerosi quotidiani locali, in tedesco e in romancio. La cifra d’affari dichiarata nel 2015 dal quinto gruppo elvetico è di 133,1 milioni di franchi.
La situazione in Ticino
In Ticino il periodo più vivo per fusioni e acquisizioni furono gli anni Novanta. Al 1992 risale infatti l’unione tra “Il Dovere” e “L’Eco di Locarno”, che diede vita a “La Regione Ticino”, mentre alla stessa epoca risale l’integrazione de “L’Eco dello Sport” da parte del “Corriere del Ticino”, che poi riprese anche parte della redazione della defunta “Gazzetta Ticinese”, il giornale più antico del cantone, diventato per qualche tempo bisettimanale e poi settimanale prima di scomparire del tutto una ventina d’anni fa. In tempi più recenti il “Corriere” ha avviato nel 2003 una sinergia proprio con il “Giornale del Popolo”, andata avanti fino alla fine del 2017, quando i vertici del quotidiano cattolico ritennero opportuno continuare in autonomia. MediaTi Holding SA, il gruppo legato al CdT, si è distinto anche per aver diversificato la sua attività, considerando che nell’orbita figurano l’emittente televisiva TeleTicino, il sito informativo TicinoNews e Radio3i e nel 2015 ha dato vita a una nuova alleanza proprio con Ringier, acquisendo il 45% della Rezzonico SA, editrice del domenicale “Il Caffè”.
Dal canto suo il gruppo Regiopress che pubblica “la Regione Ticino” e “Ticino7” ha sviluppato a sua volta una partnership con Tamedia, che ha permesso di creare “20 minuti”, edizione per la Svizzera italiana del quotidiano gratuito omonimo.
EnCa
Dalla radio
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PP 12.00 del 7 giugno 2018 - Il servizio di Gabriele Fontana
RSI Info 07.06.2018, 19:56
RG 18.30 del 7 giugno 2018 - La corrispondenza di Gabriele Fontana
RSI Info 07.06.2018, 20:01