I due rappresentanti ebrei si sono dimessi dal consiglio direttivo della Comunità di lavoro interreligiosa in Svizzera (COTIS): chiedono che la presidente, l’islamologa Rifa’at Lenzin, abbandoni la carica oppure esca dalla società Svizzera-Palestina di cui è membra. La notizia, anticipata dalla NZZ am Sonntag, è stata confermata dal segretario generale della Federazione svizzera delle comunità israelite (SIG FSCI) Jonathan Kreutner.
I due membri dimissionari lamentano che la posizione dell’ASP si sia radicalizzata dopo l’attacco del 7 ottobre contro Israele e che non vi sia stata una presa di distanza dalle violenze di Hamas. “Non volendo ritirare la sua adesione all’associazione Svizzera-Palestina, la signora Lenzin legittima queste posizioni e dichiarazioni”, ha detto Kreutner all’agenzia ATS.
Il direttivo della COTIS – che si riunisce oggi, domenica – non ha per ora rilasciato dichiarazioni ma dovrebbe diramare un comunicato. Se non ci saranno cambiamenti, è in forse la continua partecipazione alla comunità di tutte e cinque le organizzazioni ebraiche che ne fanno parte attualmente.
La chiesa evangelica riformata – un altro membro della Comunità di lavoro interreligiosa in Svizzera - ha espresso comprensione per la protesta. “Comprendiamo che la FSCI non abbia più fiducia nella cooperazione e ce ne rammarichiamo molto”, ha affermato un rappresentante della chiesa all’ATS. “L’atto terroristico di Hamas e le sue conseguenze hanno diviso le comunità, anche in Svizzera”.
Fondata nel 1992 per sostenere le comunità di nuovo arrivo nella pratica della loro religione, la COTIS si è trasformata in una rete nazionale di scambio, dialogo e cooperazione interreligiosa a vari livelli. E’ sostenuta da circa 70 organizzazioni e comunità religiose ed è nota soprattutto per l’organizzazione, ogni anno, della “settimana delle religioni” che si tiene solitamente nel mese di novembre.
Il consiglio direttivo attuale si compone di 17 membri. Oltre ai due rappresentanti ebraici dimissionari, ne fanno parte i rappresentanti delle comunità riformate (3), islamiche (3), cattoliche (3), buddhista (1), Sikh (1), tibetana (1), Bahá’í (1), induiste (2).
Anche per il segretario generale della FSCI Kreutner si tratta di un’importante piattaforma di dialogo che va preservata.
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