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Religioni sotto lo stesso tetto

La comunità musulmana ticinese prega in uno spazio della chiesa cattolica di Pregassona. Il parroco: "Insegniamo l'accoglienza"

  • 28 settembre 2018, 07:54
  • Ieri, 00:14
02:58

Fedi diverse che convivono

RSI/Elena Boromeo 28.09.2018, 08:00

Di: Elena Boromeo 

I rintocchi delle campane della chiesa risuonano alle 7.00 del mattino in via Terzerina, a Pregassona. È martedì 28 agosto, giorno della ‘id al-adha, la festa islamica del Sacrificio. Centinaia di membri della comunità musulmana del Ticino si dirigono verso la sala adiacente alla chiesa per andare a pregare. Il Centro di presenza cristiana – così si chiama lo spazio multiuso messo a disposizione dalla parrocchia – è stato allestito con i tradizionali tappeti per la preghiera islamica.

“Da alcuni anni veniamo qua. Funziona bene”, spiega l’imam Samir-Radouan Jelassi. Quando la moschea di Viganello, che può accogliere al massimo un centinaio di persone, non è sufficiente, la comunità che fa capo alla Lega Musulmani Ticino si riunisce in altri spazi che prende in affitto. Uno di questi è proprio la sala polifunzionale di via Terzerina. “Negli altri paesi, come in Italia e in Francia, di solito si prende uno spazio aperto, un campo sportivo per esempio, o una sala congressi. Anche questo fa parte della realtà in cui vivono i musulmani”, fa sapere Jelassi.

“Alcuni cristiani potrebbero viverla con diffidenza e pensare: ma cosa viene a fare questa gente qui?”, ragiona Don Darius Solo, parroco di Pregassona. “Piano piano, però, si può far capire che è importante accogliere, anche per insegnare all’altra parte il valore fondamentale dell’accoglienza”, aggiunge, sottolineando che “fino ad oggi la convivenza non ha dato problemi”.

Anche Don Rolando Leo, membro del Forum svizzero per il dialogo interreligioso e interculturale, è convinto dell’importanza dello scambio tra fedi diverse, soprattutto in questo particolare momento storico. “Guardando alla situazione internazionale, ci rendiamo conto che spesso atti barbari e attentati sono targati ‘religione’. Allora il dialogo diventa importante per smentire notizie, chiarire l’origine di scontri e guerre. Ma anche per capire come uscire da questa dinamica del terrore e come salvare la bontà della cultura religiosa, dell’appartenenza alle fedi”, dice.

Si tratta, però, di un dialogo “faticoso”, ammette Don Rolando Leo. All’interno dello stesso Forum si confrontano religioni profondamente diverse, come quella cristiana, quella musulmana, quella ebraica, buddista e bahai. “Anche metterci d’accordo sul giorno della settimana in cui incontrarci può diventare difficile, perché ciascuno ha i propri riti”, dice. Dietro ogni fede, poi, si cela un’ulteriore complessità.

La comunità cristiana, per esempio, in Ticino conta ben nove Chiese: anglicana, cattolica cristiana, cattolica romana, copta ortodossa, eritrea copta ortodossa, evangelica battista, evangelica riformata, ortodossa, siro-ortodossa. D’altronde, gli stessi musulmani che vivono in Ticino si riconoscono in correnti e imam diversi. Un panorama ricco, ma che al tempo stesso può rendere ancora più difficoltosa la conoscenza reciproca.

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