Al nord delle Alpi l'idea di comunicare il tasso di vaccinazione nel personale delle singole strutture sanitarie sta suscitando interesse. L'iniziativa del medico cantonale ticinese Giorgio Merlani ha infatti già raccolto il consenso di alcuni politici e non solo, che auspicano che l'esempio sia seguito anche altrove.
"Una buona idea" per Ruth Humbel, dell'alleanza del Centro e presidente della Commissione di politica sanitaria del Consiglio nazionale: "Mi auguro che questa trasparenza venga offerta anche in ospedali e case anziani di altri cantoni". Una scelta benvenuta anche nelle fila dell'UDC, "a condizione che l'anonimato sia garantito" ha affermato la deputata Verena Herzog.
D'altra parte c'è però anche chi, come Rudolf Hauri, che invece solleva dubbi sulla base legale per la raccolta di queste informazioni da parte dei datori di lavoro. Il presidente dell'associazione dei medici cantonali ha sottolineato i suoi dubbi sull'applicazione, perché "la vaccinazione è solo un modo per proteggere i pazienti, ci sono alternative".
Chi rappresenta i lavoratori di uno dei settori sanitari coinvolti vede però di buon occhio questa trasparenza: "Non siamo di fronte a un obbligo indiretto a vaccinarsi. Anzi, così si può togliere pressione sul settore, perché l'opinione pubblica può vedere che il tasso di vaccinazione è elevato" ha spiegato Roswitha Koch, dell'Associazione svizzera degli infermieri.