Il 2024 è stato un anno importante per la Migros, a livello di cifre - come annunciato martedì l’utile è più che raddoppiato da 175 a 419 milioni di franchi - e perché ha segnato la separazione da una serie di attività: per SportX, Melectronics, Bikeworld, OBI, Micasa e Hotelplan è stato possibile trovare nuovi titolari, l’addio a Mibelle è ancora un processo in corso mentre le restanti filiali di Do It + Garden chiuderanno entro la fine di giugno. Ma il 2025 è ancora più significativo: è l’anno del centenario.
“Oggi ci vantiamo del nostro mondo veloce e innovatore. In realtà questo fervore esisteva già cent’anni fa. Migros e il suo fondatore ne sono un esempio”, racconta al Telegiornale della RSI Joël Jornod, storico della società dei consumi. Cinque camion, sei prodotti di prima necessità e 178 fermate: così Gottlieb Duttweiler si lanciò nell’agosto del 1925 per le strade di Zurigo. Nacque così la Migros, pioniera della prossimità. “È un grande cambiamento. Ora la gente sa che il camion arriva a una certa ora nella loro zona, senza contare i prezzi molto competitivi proposti a casalinghe e casalinghi… perché a comprare ci sono anche gli uomini”, spiega Jornod.
Dalla città alla campagna, i percorsi si allargano e la Migros inaugura il suo primo negozio. Visto che molti produttori boicottano il suo sistema innovativo, Duttweiler decide di produrre in proprio i prodotti alimentari che vende.
Non è l’ultima delle sue innovazioni: nel dopoguerra arriva il primo supermercato, ci sono il self service, il carrello della spesa e la rinuncia a vendere alcol e tabacchi. Secondo lo storico, “serve ovviamente a lottare contro il flagello dell’alcolismo e del tabagismo, ma serve anche a far tacere certe critiche. Per Duttweiler insomma è forse anche una strategia di comunicazione”.
Per diventare quello che oggi, il “gigante arancione” passa poi per l’acquisizione di negozi e servizi, l’ampliamento dei prodotti nell’assortimento, la carta cumulus, la scuola club, il percento culturale.