Si chiama "Clearview" ed è rimasta segreta fino allo scorso weekend. Setacciando Internet ha raccolto oltre 3 miliardi di foto di persone. Di fatto è un'applicazione utilizzata da molti corpi di polizia del Nord America per la ricerca di autori di reato e questo è un aspetto che non tranquillizza in Europa. Nemmeno in Svizzera, dove Mister Dati si è attivato per sapere che fine hanno fatto o faranno le foto di utenti svizzeri.
La notizia, data negli scorsi giorni dal New York Times, ha risvegliato l'interesse di Adrian Lobsiger. Due i motivi: primo, perché la creazione di eventuali banche dati private, contenenti numerosi dati biometrici, è già problematica di per sé.
Inoltre, perché le foto sono spesso state raccolte dai social media. Aldilà del loro carattere più meno pubblico, ci sono infatti regole riguardanti il loro utilizzo. Senza il consenso dell'utente non possono dunque essere utilizzate per scopi particolari. Ci si chiede poi cosa succede col materiale raccolto? Verrà cancellato? Quando? Domande che Adrian Lobsiger porrà alla stessa società Clearview e alle autorità americane.