Alcuni dei nuovi strumenti che il Governo vuole dare alla polizia per la lotta al terrorismo sono eccessivi. A dirlo è la commissione affari giuridici del Consiglio degli Stati, che si è riunita giovedì. Le misure riguarderebbero le persone ritenute pericolose, ma contro le quali non è ancora possibile procedere penalmente, o che non possono essere espulse dalla Svizzera. Sotto la lente ci sono le cavigliere elettroniche o gli arresti domiciliari.
"La nostra priorità assoluta è la sicurezza della popolazione, ma ci sono dei punti critici dove si va troppo in là. Uno di questi è l'eventualità di prolungare gli arresti domiciliari senza alcun limite di tempo", osserva il presidente della commissione, Beat Rieder, precisando che "ad occuparsi principalmente della questione sarà la commissione politica di sicurezza, a cui invieremo un nostro rapporto, e che esorteremo affinché proceda ad alcune modifiche del progetto".
A lanciare l'allarme era stata anche Amnesty International. "Uno degli aspetti più problematici è il fatto che la polizia avrà maggiori poteri a sua discrezione, quindi potrà attuare delle misure, come per esempio gli arresti domiciliari, sulla base del sospetto", spiega la portavoce Sarah Rusconi, sottolineando che tra le disposizioni più delicate ci sono quelle che riguardano i minori. "Sarebbe possibile mettere ai domiciliari dei ragazzi di 15 anni, oppure bambini dall'età di 12 anni potrebbero essere oggetto di divieto di perimetro o di contatto con determinate persone", afferma Rusconi.
Su questo tema, però, il presidente della commissione affari giuridici ricorda che "alcune delle misure di cui si discute sono già previste dal diritto minorile svizzero. Laddove ci sono rischi derivanti da un comportamento influenzato dall'estremismo, come una particolare aggressività, ma non solo, sarà dunque giusto intervenire, come viene fatto anche per i giovani di casa nostra".