Svizzera

Misure urgenti per i bimbi nel settore dell’asilo

Le chiede la CFM, dopo gli studi che evidenziano condizioni tali da poter incidere sulla loro salute e il loro sviluppo: “Riconoscere ai bambini la priorità”, sottolinea Manuele Bertoli

  • 30 settembre, 13:12
  • 30 settembre, 14:29
02:06

RG 12.30 del 30.09.2024 - Le considerazioni di Manuele Bertoli, presidente della CFM, al microfono di Alessio Veronelli

RSI Info 30.09.2024, 12:55

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Di: RG/Alessio Veronelli 

Urgono misure urgenti per circa un migliaio di bambini che, in Svizzera, sono al beneficio del soccorso d’emergenza nel settore dell’asilo. A sottolinearlo è la Commissione federale per la migrazione (CFM) alla luce dell’incompatibilità delle loro condizioni, sia con la Costituzione federale, che col diritto internazionale. È quanto emerge da uno studio dell’istituto Marie Meierhofer dell’Università di Zurigo e da una perizia giuridica dell’Università di Neuchâtel.

Tali condizioni possono ripercuotersi negativamente sulla loro salute e sul loro sviluppo. C’è “una parte importante di questi bambini che vivono in centri collettivi, quindi non in appartamenti” con le loro famiglie, osserva Manuele Bertoli, precisando che spesso si trovano “in una camera unica, con più persone, con più bambini anche di differente età”. Ci sono poi problemi legati “al differenziato fra cantone e cantone” in materia di scolarità e per l’accesso alle cure. Ma poi si constata “un isolamento di questi bambini, rispetto ad una realtà che alla loro età dovrebbe invece essere al contrario favorita”, rileva il presidente della CFM.

Come intervenire quindi, concretamente? Per Bertoli si tratta di “riconoscere ai bambini la priorità”, di “trattarli come bambini e non come un fagotto legato ai genitori”. Vanno quindi tenute in considerazione “tutte le necessità” che hanno e soprattutto l’esigenza per cui “almeno dopo un anno, se questa situazione perdura”, debbono poter ritrovarsi in una situazione più ordinaria e non più urgente, “perché l’urgenza non si giustifica più”.

Il punto, tuttavia, è che ci sono casi che rimangono pendenti per mesi, se non per anni, proprio perché non si sbloccano le situazioni nei Paesi d’origine. A fronte del “principio di far partire queste persone”, ci sono comunque i bambini “che vanno salvaguardati”, risponde il presidente della CFM, sottolineando che come Paese “non possiamo prendere in ostaggio dei bambini che non sono responsabili delle azioni dei genitori” e che comunque “devono essere trattati in maniera differente dai genitori” proprio perché sono bambini “e hanno dei bisogni speciali”. Un Paese civile, conclude Bertoli, deve quindi “tenere questo aspetto come assolutamente prioritario rispetto ad altri”.

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