In Ticino ci sono rifugiati già in possesso di un permesso S che non hanno ancora i soldi per comprare da mangiare. Dopo lo slancio di generosità mostrato dalla popolazione ticinese nell’accogliere i profughi ucraini, ora alcune associazioni di volontari sono confrontate con problemi di natura finanziaria e chiedono al Cantone un intervento più incisivo.
Accoglienza dispendiosa
SEIDISERA 06.04.2022, 20:50
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Dalla prossima settimana però questa situazione dovrebbe cambiare: chi ha ricevuto il permesso S riceverà dai 500 franchi in su al mese per acquistare beni di prima necessità.
La testimonianza delle associazioni ticinesi
Beba Arnaboldi è la portavoce dell'Associazione comunità bosniaca in Ticino. Con altre associazioni coordina la distribuzione di beni di prima necessità nel deposito di Pregassona, un luogo che ormai è conosciuto in tutto il Ticino. In poco più di un mese l'associazione ha aiutato 1'564 persone e i loro bambini.
Beba confidava nel ricevere degli aiuti finanziari più immediati da parte del Cantone e della Confederazione. Le associazioni come la sua si sono trovate in una situazione complessa: dover gestire un enorme afflusso di profughi senza avere la garanzia di poter offrire i beni primari.
Nonostante gli aiuti di alcune associazioni come il Tavolino Magico e Frutor, i privati stanno avendo difficoltà finanziarie legate alla spesa di beni primari.
Zanini: “Da settimana prossima verrà erogato il forfait per il sostentamento”
Renzo Zanini, il capo dell’Ufficio ticinese dei richiedenti l'asilo e dei rifugiati (URAR), ha affermato che il Cantone prevede la fornitura di vitto e alloggio ai profughi che passano attraverso la Segreteria di stato della migrazione (SEM). Chi invece ha ospitato i profughi nelle proprie case lo ha fatto a titolo volontario e gratuito, ricorda Zanini. Per quanto concerne il forfait per il sostentamento, questo verrà erogato a partire dalla prossima settimana, ma i tempi per l’erogazione potrebbero essere di due o tre settimane.
Perché il Cantone non aiuta finanziariamente i privati?
A proposito dell'aiuto finanziario ai privati, Zanini afferma che il Cantone ha deciso di puntare sull’alloggio organizzato dalle autorità. “Non viene quindi dato un indennizzo a chi ospita, ma viene dato un sostentamento a chi è ospitato.”
Un altro problema: gli orfani ucraini
Un’altra problematica riguarda le modalità di accoglienza degli orfani ucraini costretti ad abbandonare gli orfanotrofi distrutti dalle bombe. La Svizzera ne accoglierà 160, tra cui i 23 bambini già accolti dal canton Berna in un centro scout. L'ambasciata ucraina e la SEM stanno ora esaminando altre due offerte di ospitalità. Il canton Ticino è stato informato proprio oggi di una richiesta e sta svolgendo i necessari approfondimenti sulle modalità d'accoglienza.
Fra i profughi ucraini anche orfani
SEIDISERA 06.04.2022, 20:54
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La sfida maggiore è avere la certezza che questi bambini siano effettivamente degli orfani e che possano ricevere dei permessi di entrata in Svizzera. La seconda difficoltà è di poter garantire un alloggio adatto per i mesi che seguiranno.