A Daro, frazione di Bellinzona, le aule delle scuole elementari – ora non frequentate per mancanza di un numero sufficiente di allievi – sono state messe a disposizione dalla Città per l'accoglienza e l'integrazione degli stranieri. Si tratta di un progetto che vede la collaborazione tra Comune, Cantone e la cooperativa Baobab e che da alcune settimane è entrato nel vivo con i primi corsi di lingua italiana.
“Il cantone, che è responsabile per la politica d’integrazione, riscontrava una grande difficoltà nel trovare spazi idonei nella regione di Bellinzona. Ecco, quindi, che in accordo con il comune è stato possibile individuare questo spazio e renderlo funzionale e accessibile per numerose attività d’integrazione. È diventato un vero fulcro per l’integrazione a livello comunale ma anche cantonale”, spiega Renzo Zanini, capoufficio cantonale richiedenti asilo e rifugiati.
Sono tante le attività formative e di socializzazione che nei prossimi mesi verranno offerte ai residenti stranieri del comprensorio, ma anche alla popolazione locale. Nel frattempo, sono stati avviati due corsi d'italiano. Uno organizzato dalla Croce Rossa per i migranti e l'altro avviato dalla cooperativa Baobab per genitori con bambini da 0 a 4 anni. Quindici gli attuali partecipanti, tutti in possesso del permesso S, spiega Elena Conelli, co-fondatrice della cooperativa: "I genitori aderiscono molto bene a questi corsi con accudimento perché effettivamente con dei bambini piccoli non è sempre facile organizzarsi e spesso chi partecipa non ha supporto famigliare quindi sapere che c'è del personale formato che si occupa dei loro figli alleggerisce molto il fatto di uscire di casa e investire in una formazione".
Le due aule della sede scolastica di Daro - messe a disposizione per i prossimi due anni - potrebbero però essere soltanto una sistemazione provvisoria, ci anticipa il sindaco di Bellinzona Mario Branda: “Noi non abbiamo mai abbandonato l’idea che qui a Daro ci debba essere una scuola elementare, per cui questa rimane fondamentalmente una sede scolastica, dobbiamo naturalmente verificare qual è l’evoluzione della popolazione in questo quartiere specifico. Se dovesse aumentare nel corso dei prossimi 1 - 2 anni dovremo riconsiderare questa destinazione e vedere eventualmente di costituire questo centro in un’altra sede, alla quale per altro stiamo già un po’ ragionando”.
Intanto l'invito è quello di partecipare alle porte aperte che si terranno il prossimo 17 giugno.