Svizzera

Mondiali in Arabia Saudita, c’è chi dice “no”

Un gruppo di esperti esorta la FIFA a riconsiderare l’assegnazione della competizione di calcio alla luce del rispetto dei diritti umani globali nel paese mediorientale

  • Ieri, 07:17
02:55

Mondiali di calcio, più attenzione ai diritti umani

Telegiornale 11.10.2024, 20:00

Di: TG/sdr 

Entro la fine dell’anno la FIFA dovrebbe decidere definitivamente se assegnare all’Arabia Saudita - unica candidata - l’organizzazione dei mondiali di calcio del 2034. Un gruppo di esperti internazionali di diritti umani, riunito giovedì a Zurigo, ha denunciato la violazione dei diritti fondamentali nel paese mediorientale ed esorta la FIFA a considerare attentamente questo aspetto nel suo esame della candidatura e ad agire di conseguenza. Già per i mondiali di calcio in Qatar nel 2022, la questione dei diritti umani e delle condizioni dei lavoratori aveva fatto molto discutere.

Secondo un gruppo di esperti guidati dal professore di diritto Mark Pieth, tutto questo è ancora più vero per l’Arabia Saudita, candidata a ospitare la Coppa del Mondo nel 2034.

“La situazione dei diritti umani in Arabia Saudita - ha riferito Pieth, fondatore del Basel institute on governance - in base a tutto quello che sappiamo, è estremamente problematica: torture, incarcerazioni e omicidi arbitrari, problematica è poi anche la situazione generale delle donne o le condizioni dei lavoratori dall’estero.” Lo stesso professore spiega che La FIFA si è data un programma di diritti umani molto ambizioso, che fa riferimento anche alla carta dell’ONU, testo che non sembra essere applicato. In base a questo documento, l’assegnazione all’Arabia Saudita dovrebbe essere esclusa. “Se però la FIFA poi finirà per assegnare quei Mondiali all’Arabia Saudita - chiosa - deve almeno porre delle condizioni: ad esempio che vengano liberati i detenuti politici, deve insistere sulle condizioni di lavoro per la costruzione degli stadi e altro ancora”.

La FIFA dal canto suo ha assicurato che per il processo di valutazione dei dossier dei candidati per le edizioni del 2030 e 2034 vale lo stesso approccio tenuto per tutte le assegnazioni del recente passato, ad esempio per i mondiali maschili 2026 a Stati Uniti, Messico e Canada. Nel processo vengono esaminati anche aspetti chiave come lo sviluppo sostenibile e appunto il rispetto dei diritti umani. Per Guido Tognoni, esperto di FIFA, incontri come questo di Zurigo possono servire per esercitare pressione più sull’Arabia Saudita che sulla FIFA, “la quale normalmente non si lascia influenzare da queste cose. Ma per l’Arabia Saudita, se riceverà i Mondiali, e li riceverà, inizierà un lungo periodo in cui sarà costantemente al centro dell’attenzione dei media e della critica”.

I risultati delle sue valutazioni della candidatura verranno resi pubblici prima del congresso straordinario che si terrà l’11 dicembre prossimo.

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