Un botta e risposta tra favorevoli e contrari all'iniziativa per imprese responsabili, in votazione il prossimo 29 di novembre, è andato in scena oggi (mercoledì) a Berna. Un comitato interpartitico con i presidenti nazionali di UDC, PLR e PPD (Chiesa, Gössi e Pfister) ha invitato popolo e cantoni a respingere il testo a vantaggio del controprogetto, più blando.
RG 18.30 del 30.09.2020 La corrispondenza di Mattia Serena
RSI Info 30.09.2020, 20:36
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Il testo firmato da 120'418 cittadini e depositato il 10 ottobre 2016 chiede che le aziende con sede o centro d'attività in Svizzera debbano rispettare, anche all'estero, i diritti umani e le norme ambientali. Potrebbero essere chiamate a rispondere anche degli atti delle imprese da loro controllate. È questa la spina nel fianco dei contrari, che paventano una Svizzera "poliziotto del mondo" e l'abbandono del paese da parte di multinazionali.
Per il comitato borghese favorevole, invece, l'iniziativa è pragmatica, applicabile e, soprattutto, in sintonia con i principi del diritto elvetico e gli standard internazionali: “l'economia svizzera deve difendere la propria reputazione e assumersi le proprie responsabilità".
RG 18.30 del 30.09.2020 La diretta di Alan Crameri
RSI Info 30.09.2020, 20:44
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Reali possibilità di riuscita
La campagna dei promotori è partita da mesi ed è molto professionale, spiega il responsabile dell'attualità nazionale Alan Crameri al radiogiornale. Per i parametri svizzeri fa richieste piuttosto radicali, ma con una forte carica morale, ed è molto organizzata e avvantaggiata dalla spaccatura nel campo borghese bene evidenziata dalle due conferenza stampa di oggi. Il fatto che fra i contrari si muovano i "pesi massimi" evidenzia come le possibilità di riuscita siano considerate reali, anche alla luce della capacità di mobilizzazione dimostrata dal fronte progressista in occasione delle votazioni di domenica scorsa.