Diversi parlamentari federali vivono apertamente la loro omosessualità, in particolare da quando il Parlamento svizzero si è aperto alla questione dell’orientamento sessuale. L’approvazione del “Matrimonio civile per tutti” è un esempio di conquista ottenuta dalla comunità LGBT senza contare su una vera e propria rete di esponenti LGBT sotto la Cupola di Palazzo.
Nel solo Consiglio nazionale sono una decina i parlamentari che per vari motivi hanno reso pubblica la loro omosessualità o bisessualità. Tamara Funiciello (PS) vuole però sfatare il mito di una "lobby gay" a Palazzo federale affermando come “non vi sia una linea comune tra membri LGBT del Parlamento”. A suo dire è dunque l’appartenenza politica a fare la differenza.
Alla Consigliera nazionale bernese fa eco lo zurighese Hans-Peter Portmann (PLR), che oltre a definire “buone” le relazioni con altri colleghi omosessuali, parla di “scambi costruttivi su alcuni temi a iniziare dal “Matrimonio per tutti”.
A confermare l'assenza di un fronte compatto tra parlamentari gay è anche il democentrista Hans-Ueli Vogt, aggiungendo come non vi siano particolari o regolari collaborazioni. Secondo il 51enne zurighese, a tematizzare l’argomento sono “ambienti di sinistra” in cui lui non si riconosce.
I tre intervistati parlano apertamente della loro omosessualità. Altri invece no; senza necessariamente nasconderla.
Sì al matrimonio per tutti
Telegiornale 01.12.2020, 21:00
Tamara Funiciello ne ha fatta invece una battaglia personale, dichiarandosi ben prima di candidarsi al Consiglio nazionale. “Le donne gay in questo Paese hanno bisogno di una voce – precisa la giovane socialista. Io sono pronta a prestare la mia voce per dare visibilità a queste donne che oggi ancora non l’hanno”.
"Per me – interviene Hans-Peter Portmann – è importante che tutte le minoranze siano rappresentate sotto la Cupola di Palazzo. Anche cittadini gay o lesbiche”. L’esponente liberale-radicale ammette tuttavia che, in proporzione, sono relativamente poche le leggi adottate dal Parlamento che influiscono direttamente sulla comunità LGBT.
Una cosa è certa: a Palazzo federale nessuno subisce discriminazioni in quanto gay o lesbica. “Nemmeno all’interno delle frazioni più conservatrici” – dichiara l’UDC Hans-Ueli Vogt, riconoscendo che alcuni dei suoi colleghi di partito non riescono comunque a concepire l'unione tra due persone del medesimo sesso “perché difendono un modello di società tradizionale."
A riprova di come l’appartenenza politica divida più di quanto non lo faccia l’orientamento sessuale, il democentrista ricorda di essersi battuto contro l'estensione della norma penale antirazzismo alle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale – sposando la linea del proprio partito. Quanto al “Matrimonio per tutti”, Vogt lo ha approvato in seconda lettura dopo un’astensione iniziale dovuta alla sua posizione circa la procreazione e la maternità surrogata riguardanti solo le coppie lesbiche e non quelle gay.
Una varietà di opinioni mostra insomma quanto il Parlamento federale rispecchi la società che evolve al suo esterno.